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EVENTI | 10 aprile 2024, 11:28

Varallo, gli ultimi appuntamenti in biblioteca: dalle mostre d’arte ai romanzi

Varallo, gli ultimi appuntamenti in biblioteca: dalle mostre d’arte ai romanzi.

Varallo, gli ultimi appuntamenti in biblioteca: dalle mostre d’arte ai romanzi.

Sabato 6 aprile in Biblioteca a Varallo, alla presenza dell’Assessore alla Cultura dell’Unione dei Comuni Montani, Prof. Attilio Ferla, è stata presentata la nuova mostra personale dell’artista Leonardo Pagani: “Avevo una scatola di colori forti, vivi, decisi” visitabile fino al 21 aprile, negli orari di apertura della Biblioteca. Sono esposte opere realizzate con: carboncini, pastelli, matite colorate, sanguigna (la tecnica utilizzata da Leonardo), tecniche varie, con soggetti che spaziano dai paesaggi ai ritratti.

Leonardo, autodidatta, ha iniziato a disegnare a “grafite”, matita, poi ha frequentato a Varallo i corsi diretti dall’artista Claudia Aurelia Barbaglia, che era presente e ha parlato dei progressi fatti dall’allievo: “Molto motivato e deciso, presto ha saputo trovare la sua strada espressiva, imparando ad utilizzare i pastelli”.  Il Maestro Jacopo De Dominici che sta proponendo un corso di disegno dal vero, seguito da Leonardo Pagani, ha parlato non tanto di alunnato, ma di “condivisione”: “Leonardo è una persona che voleva fare qualcosa di diverso al termine della sua vita lavorativa, e c’è riuscito, impegnandosi ad apprendere le tecniche di base, passando poi ad esprimersi in modo personale, valorizzando il suo gusto per il colore. È una persona che trasmette tanta energia e sta crescendo anche attraverso il contatto con altri artisti”. Parlando del suo modo di disegnare Leonardo ha accennato all’emozione di fronte ad un paesaggio, un volto, una fotografia, che lo induce a disegnare: “Cornelia Ferraris, pittrice torinese, ma che trascorse a Rimella gran parte della sua vita, ispirandosi per molte opere, mi ha insegnato a leggere i volti e i gesti, trasformandoli in qualcosa di universale”. Pagani è un “lettore forte” della Biblioteca e certamente il suo mondo si arricchisce attraverso i romanzi, come dimostrano le tre opere sui Templari ispirate proprio dalla lettura dei romanzi di Lorenzo Pesce, l’amico scrittore torinese, che lo ha voluto anche come uno dei personaggi del suo terzo romanzo, trasformandolo nel coraggioso Leone, che morirà combattendo da eroe.

Lorenzo Pesce, scrittore, saggista e storico, è autore della serie di romanzi dedicati ai Cavalieri Templari: Il fabbro, il templare e la reliquia, Martino da Mesnil, Da Parigi a Outremer, L’amore, l’onore, la spada, che si concluderà con una quinta opera, nella quale si leggerà della soppressione dell’Ordine Templare.

L’autore ha parlato delle Crociate e della nascita dei Templari: “Pronti a versare il loro sangue per la causa cristiana: non si domandarono mai quanti fossero i nemici da affrontare, ma dove fossero, per combatterli con grande arditezza e coraggio”. I Templari furono protagonisti di gesta straordinarie, divennero potentissimi e tanto ricchi da prestare danaro al re di Francia, che, non essendo in grado di restituire i prestiti, li accusò di sodomia e di eresia, condannandoli al rogo e l’Ordine fu soppresso da Papa Clemente V. L’Autore ha accennato al Terzo Ordine Templare, detto dei Fedeli d’Amore, cui appartennero Dante, Boccaccio e il poeta Cecco d’Ascoli, arso vivo come eretico davanti alla basilica di Santa Croce a Firenze il 16 settembre 1327: “Si dice che Dante fosse a Parigi il 18 marzo 1314, quando fu bruciato sul rogo l’ultimo Gran Maestro: Jacques de Molay”. Pesce ha ricordato l’inno che i Templari cantavano andando all’attacco: “Non nobis Domine”. I Templari sarebbero stati coloro che portarono in salvo il mandylion, o immagine di Edessa, un telo, venerato dalle comunità cristiane orientali, sul quale era raffigurato il volto di Gesù, che era stato traslato a Costantinopoli e del quale si persero le tracce nel 1204, quando la città fu saccheggiata nel corso della Quarta crociata. Alcuni studiosi ritengono che esso fosse lo stesso telo noto oggi come Sindone di Torino. Martino, il protagonista dei romanzi di Pesce, con tre Cavalieri Templari sarebbe stato tra coloro che portarono in salvo la Sindone.

Pesce ha spiegato che il suo amore per i Templari risale agli anni universitari in cui fece parte della goliardia, spiegando che: “Dei quindicimila Templari Italiani, cinquemila erano piemontesi”. Dopo molte domande da parte del pubblico l’incontro si è concluso invitando a leggere i quattro romanzi donati all’autore alla Biblioteca di Varallo, e disponibili nelle librerie.

C.S. Piera Mazzone, G. Ch.

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