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EVENTI | 08 maggio 2025, 11:02

"Briciole di una Vercelli scomparsa"

LA FURIA, STORIA DI UN QUARTIERE SCOMPARSO, con Luca Di Palma

"Briciole di una Vercelli scomparsa"

"Briciole di una Vercelli scomparsa"

Proseguono con successo, e circondate da grande interesse, le visite guidate organizzate dalla Società Storica Vercellese, che vanta quattrocento soci e rapporti con le Università più prestigiose: Le visite sintetizzate nel titolo: Briciole di una Vercelli scomparsa, invitano alla scoperta di luoghi “fantasma”, perché non esistono più, ma, attraverso un’opera di divulgazione seria e puntuale, i risultati delle ricerche d’archivio, gli scavi archeologici, possono essere nuovamente presenti nella memoria collettiva. Procedendo a ritroso nel tempo, si svelano curiosità, aneddoti e segreti nascosti tra le vie e i monumenti, in un simbolico omaggio al primo Presidente: Rosaldo Ordano, che introdusse nel Bollettino Storico Vercellese le Briciole: brevi curiosità per i non specialisti che hanno il piacere di conoscere qualcosa di più sul Vercellese storico.

Dopo: Fantasmi intorno all'abbazia di Sant'Andrea, e la visita a Prarolo, guidata da Giovanni Ferraris, prarolese doc, già Presidente della Società Storica Vercellese, con la presentazione del nuovo Quaderno della SSV, il n. 9: "Il tributo di Prarolo alla Seconda guerra mondiale", sabato 3 maggio un nutrito gruppo di soci e di simpatizzanti si è ritrovato in quella che oggi è Piazza Zumaglini, sostando nel luogo dove sorgeva l’antica chiesa di Santa Maria del Carmine, nel cuore del Quartiere della Furia, abbattuta tra il 1921 e il 1929.

Luca Di Palma, storico dell’arte, guida turistica abilitata, e membro del Consiglio Direttivo della Società Storica Vercellese, ha utilizzato come fonti l’Archivio dell’Istituto Belle Arti, il manoscritto settecentesco conservato alla Biblioteca Reale di Torino in cui è descritta anche la chiesa del Carmine, “Vecchia Vercelli” di Faccio, Chicco e Vola del 1979, il Quaderno della Famija Varsleisa, di Francesco Leale, Furia Story, del 1987, la pubblicazione monografica di Monica Boscolo: La Furia, storia di un antico rione della città scomparsa, edita nel 1998, l’articolo di Paola Manchinu: La Chiesa di Santa Maria del Carmine a Vercelli: ricerche sulla decorazione pittorica, presente sul Bollettino n. 58 del 2002, la Briciola di Rosaldo Ordano, del Bollettino n. 73 del 2009, Eleazaro Oldoni. Una nuova scoperta per il Rinascimento a Vercelli, a cura di Vittorio Natale, catalogo della mostra, allestita al Museo Borgogna tra il 5 ottobre 2019 – 6 gennaio 2020.

La chiesa dei Carmelitani, consacrata il 13 dicembre 1394, era una grande chiesa a tre navate, con sei colonne centrali in cotto, sostenenti da robusti arconi e volte a crociera, su di una pianta di 44 metri di lunghezza per circa 20 di larghezza. Il campanile era decorato da eleganti fasce gotiche di terracotta. Nobili famiglie ebbero sepoltura nelle cappelle all’interno della chiesa. La Furia occupava la metà circa del Rione Monrosa, era un quartiere abitato prevalentemente dal ceto operaio, disagiato, povero e malfamato: “Ricordare, ma non rimpiangere” scriveva nell’incipit della sua Briciola Rosaldo Ordano. Già nel 1860 in applicazione del Piano Regolatore firmato dall’Ingegner Ettore Ara si era pensato al suo risanamento. Con la soppressione degli Ordini religiosi nel 1802 i Carmelitani lasciarono la chiesa e il convento che fu confiscato e destinato ad usi diversi. Lorenzo Somaglino, Sindaco di Vercelli nel 1920, si propose di demolire la Furia e incominciò nel 1921 ad abbattere la Chiesa di Santa Maria del Carmine che ne era quasi il simbolo, senza lasciarsi intimorire dalla Sovrintendenza, ma adducendo la pericolosità delle condizioni della struttura ormai fatiscente. Nel 1929 la Chiesa del Carmine non esisteva più. L’opera di risanamento fu ripresa dal podestà Ingegner Adriano Tournon che, nel 1930, fece demolire gran parte del quartiere, e completata dalle amministrazioni comunali del dopoguerra. Sorse un nuovo quartiere, diventato centro commerciale, furono aperte nuove vie e costruite due nuove piazze: Piazza Zumaglini, dedicata a Ernesto Zumaglini il costruttore che eresse il palazzo omonimo, che il 14 gennaio 1944 fu deportato a Mauthausen dove morì e Piazza Risorgimento.

Luca Di Palma si è poi soffermato sugli affreschi della chiesa: “Gli affreschi, alcuni risalenti agli anni Settanta/Ottanta del Quattrocento, furono staccati in parte nel 1885 dagli Steffanoni di Bergamo e i rimanenti negli anni Venti dalla veneziana Maria Boccalari. Oggi sono conservati al Museo Borgogna. Osservandoli si colgono tratti di straordinaria modernità e di vicinanza a Pietro Cossa, autore degli affreschi coevi di Palazzo Schifanoia a Ferrara, a Vincenzo Foppa e al linguaggio rinnovato di Martino Spanzotti, cui guardò con grande interesse Eleazaro Oldoni” aggiungendo un’ultima, importante notizia: “Non va infine dimenticato che presso Palazzo Madama a Torino sono custodite ben due opere, una di Eusebio Ferrari, l’altra di Boniforte Oldoni il Giovane, provenienti dalla chiesa vercellese del Carmine.

“La bravura del relatore Luca Di Palma ha saputo tenere avvinta per un’ora l’attenzione dei partecipanti alla visita senza muovere un passo: è riuscito a far immaginare qualcosa di cui non resta nulla in loco. E’ stata virtualmente ricostruita la chiesa di Santa Maria del Carmine, visitandola attraverso i documenti e ciò che resta delle sue testimonianze artistiche, visionando storiche fotografie messe a disposizione dall’Istituto Belle arti, che mostrano la progressiva demolizione della chiesa, iniziata nel 1921 e compiuta nel 1929, e gli acquerelli del pittore Cerallo, incaricato nel 1922 di eseguire rilievi e disegni della decorazione del chiesa”: così Silvia Faccin ha concluso l’incontro ringraziando il relatore e ricordando il prossimo appuntamento delle Briciole di una Vercelli scomparsa: sabato 7 giugno, Lara Poletto, in una passeggiata nel centro cittadino, proporrà: “Vercellesi alla Grande Guerra”.

Piera Mazzone

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