Ci risiamo. Con l’arrivo dell’estate, esplode il fenomeno dell’abbandono degli animali domestici. Cani e gatti vengono lasciati lungo le strade, nei campi, in zone industriali dismesse. Il tutto con una disinvoltura disarmante, come se si trattasse di oggetti ormai scomodi. Un gesto tanto vile quanto pericoloso, che ogni anno provoca la morte di decine di migliaia di esseri viventi.
Secondo le stime nazionali, in Italia vengono abbandonati circa 80.000 cani e 50.000 gatti ogni anno, con un picco durante i mesi estivi. Ma le vittime non si fermano ai soli animali d’affezione: vengono abbandonati anche uccelli, tartarughe, roditori, rettili e altri animali domestici, spesso liberati in ambienti dove non hanno alcuna possibilità di sopravvivenza.
Abbandono = condanna a morte
Il dato più drammatico è quello relativo alla sopravvivenza: oltre l’80% degli animali abbandonati muore, spesso in modo atroce. Incidenti stradali, fame, disidratazione, aggressioni da parte di altri animali o, peggio, di esseri umani.
Un animale domestico, cresciuto in un ambiente protetto, non è in grado di badare a sé stesso. Il tentativo di tornare a casa lo spinge ad attraversare strade, a percorrere chilometri alla cieca. Un rischio mortale, anche per le persone: numerosi incidenti stradali sono causati proprio dalla presenza improvvisa di animali randagi.
Un problema civile, sociale ed economico
L’abbandono non è solo un problema etico. È anche un costo sociale ed economico. I Comuni devono occuparsi della cattura e gestione degli animali randagi, del loro ricovero in strutture convenzionate, delle cure sanitarie. E c’è anche il rischio di diffusione di malattie – come la leishmaniosi o la rabbia – che possono colpire altri animali o persino gli esseri umani.
Inoltre, i randagi possono diventare aggressivi per paura o fame, mettendo a rischio la sicurezza pubblica.
Un gesto codardo, un reato penale
Abbandonare un animale è un reato. L’articolo 727 del Codice Penale prevede l’arresto fino a un anno o un’ammenda fino a 10.000 euro. E con la recente riforma del Codice della Strada, in caso di incidenti mortali causati da animali abbandonati, le pene possono arrivare fino a 7 anni di reclusione.
Eppure, nonostante le leggi, molti continuano a considerare l’abbandono come una “soluzione” accettabile. Non lo è. È un gesto vigliacco, che dice molto della qualità morale di chi lo compie.
Newsbiella.it e Valsesianotizzie.it in prima linea
I nostri quotidiani, da sempre sensibile alla tutela degli animali, rilancia l’appello alla responsabilità: “Chi abbandona un animale è un vigliacco”.
Non esistono scuse. Oggi è possibile trovare pensioni, pet-sitter, strutture e servizi per chi parte in vacanza. Chi ama davvero il proprio animale non lo lascia solo. Lo include, lo protegge, lo rispetta.
Cosa fare se si trova un animale abbandonato
Avvicinarsi con cautela.
Controllare eventuali targhette o microchip.
Contattare la Polizia Locale o il Canile Consortile.
In caso di emergenza, chiamare il 112.
Non è solo una questione di legge, ma di civiltà.
Un cane, un gatto, una tartaruga… non sono oggetti. Sono vite. Fiduciose, innocenti, spesso più leali di tanti esseri umani.
Non voltarti dall’altra parte. Fallo per loro. Fallo anche per te.