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EVENTI | 05 giugno 2025, 12:33

Una visita speciale in biblioteca: i cento anni dell'architetto Silvia Pizzetta

Una vita dedicata allo studio, alla comunità e alla riscoperta delle radici storiche del territorio.

Una visita speciale in biblioteca: i cento anni dell'architetto Silvia Pizzetta

Una visita speciale in biblioteca: i cento anni dell'architetto Silvia Pizzetta

Visita straordinaria in biblioteca il 30 maggio dell’architetto Silvia Pizzetta, abituale frequentatrice e lettrice assidua, è tornata tra gli scaffali ma questa volta con un motivo speciale. Il giorno prima Silvia aveva compiuto cento anni.
E’ nata nella Contrada del burro, terzogenita di quattro fratelli, Silvia si iscrisse a Torino alla Facoltà di Architettura: “Sono stata fortunata nel poter frequentare l’Università, purtroppo nei miei anni di studi mio padre si ammalò e morì. Dopo averlo assistito tornai a Torino, mi impiegai in una ditta di arredamento e mi laureai. Lavorai a Torino per vent’anni, ma quando la mamma morì decisi di tornare a Varallo, ricongiungendomi alle mie sorelle, conseguii l’abilitazione all’insegnamento e insegnai nelle scuole, lavorando anche come architetto. L’interesse per la storia e gli studi urbanistici nacque dopo la pensione: avevo più tempo a disposizione per intraprendere ricerche in Archivio e in Biblioteca”.
Silvia partecipò con una relazione al Convegno sul Centro Storico di Varallo nel 1974, del quale furono pubblicati gli Atti nel 1975, occupandosi dell’evoluzione del centro storico.
Diverse le sue pubblicazioni "Le antiche contrade", "Varallo vecchio". Silvia scrive come disegna: agili schizzi, pochi segni essenziali che restituiscono il profilo di un edificio senza perdersi nei particolari per coinvolgere il lettore nelle trame della Storia. In Monumenti di Fede e di Arte in Varallo, pubblicato nel 1984, Silvia si occupò della Chiesa di San Giacomo. Avendo acquistato con la sorella una casa cinquecentesca a Rimella, i suoi interessi si estesero alla Comunità Walser, scrivendo articoli per la prestigiosa rivista Remmalju, pubblicata dal Centro Studi Walser di Rimella.
Il nostro affettuoso colloquio per oggi si è concluso: “Il mio lavoro mi ha reso felice, purtroppo le mie conoscenze storiche tardive non hanno potuto essere trasmesse direttamente ai miei allievi, che però mi riconoscono per strada e si fermano a salutarmi. Il tempo è passato molto velocemente, la Città è cambiata e io ho cercato di seguirne l’evoluzione, mantenendo interessi e curiosità”.
Silvia è davvero un esempio di positività e di resilienza, non può più udire le parole e i suoni, ma intuisce le emozioni e le trasmette, così anche il nostro colloquio ha potuto realizzarsi semplicemente formulando le domande su foglietti, lasciando liberamente scorrere i ricordi di un secolo breve.

 

C.S. Piera Mazzone, M.C.T.

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