Riceviamo e pubblichiamo:
«Con l’approvazione dell’Emendamento proposto dal presidente della commissione Agricoltura del Consiglio regionale, Claudio Sacchetto, alla Legge Regionale di riordino 9/2025, pubblicata ieri sul Bollettino Ufficiale, è rinviata al 31 dicembre 2026 in tutto il Piemonte l’applicazione del cosiddetto “Deflusso ecologico”, ossia l’obbligo, imposto da una normativa europea, di garantire una portata prefissata nell’alveo dei fiumi al fine di tutelarne la salute e la biodiversità.
“Le acque interne regionali, già fortemente compromesse dai cambiamenti climatici, sono messe ulteriormente a rischio dalle scelte poco lungimiranti della politica – dichiara Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – L’emendamento proposto dal presidente della commissione Agricoltura del Consiglio regionale, Claudio Sacchetto, e approvato dallo stesso Consiglio lo scorso 20 giugno rinvia l’applicazione del Deflusso Ecologico su tutto il territorio regionale al prossimo 31 dicembre 2026. L’obiettivo è quello di garantire i prelievi idrici a fini irrigui, ma mettere in contrapposizione agricoltura e tutela ambientale è una scelta ideologica e miope, che rischia di creare danni irreversibili ai nostri fiumi, al nostro ambiente e di conseguenza all’agricoltura stessa.
Il deflusso ecologico è un parametro necessario al buono stato dei corpi idrici, così come stabilito dalla Direttiva Quadro Acque normato a livello di distretto del bacino del Po e da specifici provvedimenti regionali.
L’emendamento fissa un limite pericoloso. Indipendentemente dalla portata, si fissa al 30% il limite superiore di deflusso. Si deve lasciare in alveo una quantità non superiore al 30% della portata effettiva. Per capirci: se in un certo momento in un torrente ci sono 100 litri al secondo, il deflusso ecologico da rispettare, introdotto con questo articolo, sarà al massimo 30 litri al secondo. Il resto (70 litri) può essere prelevato ed utilizzato per l’irrigazione. È evidente come il fissare un limite relativo alla portata istantanea, metta fortemente a rischio il concetto di deflusso ecologico.
In un momento di emergenza, in cui sostanzialmente abbiamo già fortemente intaccato le riserve accumulate durante i mesi primaverili fortemente piovosi, non sono questi i provvedimenti utili. Serve ragionare in termini di adattamento alla crisi climatica in atto con un piano concreto ed efficace a lungo termine, che tenga insieme il tema del fabbisogno idrico con la tutela degli ecosistemi e la riduzione dei consumi e dei prelievi, solo così si danno risposte concrete e durature nel tempo.
Questo provvedimento non solo rimanda di qualche mese la discussione del problema, ma rischia di aggravarlo ancora di più con gravi conseguenze non solo per la biodiversità, ma anche per quei settori che dipendono fortemente dalle risorse idriche, a partire proprio dall’agricoltura.
Legambiente si opporrà in ogni sede regionale, nazionale e comunitaria all’applicazione di tale emendamento”»
Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta