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LINK | 15 luglio 2025, 15:30

Biologico e cooperativo: latte e formaggio tra qualità e tutela del territorio

Biologico e cooperativo: latte e formaggio tra qualità e tutela del territorio

Quando si parla di latte e formaggi biologici, spesso ci si ferma al gusto o al logo in etichetta. Eppure, dietro ogni goccia di latte certificato BIO c’è un sistema complesso di regole e controlli che garantisce al consumatore un prodotto rispettoso dell’ambiente, degli animali e della salute. Ma quali sono davvero i criteri che rendono biologico un latte o un formaggio?

Alimentazione, benessere e prevenzione: la base del biologico

Il primo pilastro della certificazione riguarda l’alimentazione degli animali: per ottenere il marchio BIO, la dieta delle bovine deve provenire al 100% da mangimi biologici preferibilmente autoprodotti dall’azienda o, in alternativa, provenienti dal territorio regionale. Questo requisito riduce l’impatto ambientale legato al trasporto, rafforza la filiera locale e assicura un controllo diretto sulla qualità dei mangimi, escludendo OGM e additivi chimici.

Il secondo criterio fondamentale è il benessere animale. Gli allevamenti biologici devono rispettare regole precise sulla stabulazione e sulle pratiche zootecniche: ogni animale deve avere a disposizione spazi interni ed esterni adeguati, con parametri minimi stabiliti da tabelle ufficiali. In altre parole, una vacca in un allevamento BIO non può essere allevata in spazi angusti, ma deve potersi muovere liberamente, pascolare e manifestare i propri comportamenti naturali.

Anche i trattamenti veterinari sono rigidamente regolamentati: nei sistemi BIO non è permesso un uso preventivo dei farmaci, ad eccezione dei vaccini. Gli antibiotici possono essere somministrati solo in caso di effettiva necessità, su prescrizione veterinaria, e con un periodo di sospensione raddoppiato rispetto al convenzionale. Non solo: se per un capo bovino si rendono necessari più di tre cicli di trattamenti in un anno, l’animale interessato e la produzione da esso derivata non è venduta con i riferimenti al biologico.

Per i formaggi le regole sono altrettanto stringenti: per essere certificato BIO, un formaggio deve essere prodotto esclusivamente con latte biologico al 100%. Solo alcuni additivi, se di origine agricola, possono non essere biologici, ma questi non possono superare il 5% degli ingredienti totali.

Il biologico cooperativo

La zootecnia da latte biologica si inserisce quindi in un contesto fatto di normative rigide e specifiche che ne favoriscono l’alta qualità. Una qualità ottenuta con grande impegno e fatica, dato che in Piemonte sono molte le aziende agricole di piccole e medie dimensioni che vivono con maggiore difficoltà le sfide economiche locali e globali, come le fluttuazioni di mercato. Proprio per questo ancora oggi molte di queste imprese vedono nella cooperazione un modello imprenditoriale che sa coniugare eccellenza produttiva, competitività economica e sostenibilità ambientale e sociale. Unendo le forze in filiere ben strutturate e organizzate, si riesce infatti a garantire con successo una produzione locale più sostenibile, anche per le imprese stesse.

E così negli ultimi anni le cooperative del biologico hanno registrato una crescita significativa, con un aumento del fatturato e un rafforzamento della presenza sui mercati esteri. Molte di queste investono anche in energie rinnovabili, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale delle produzioni. Il biologico cooperativo, come emerso recentemente in un incontro a Cervasca promosso dal Comitato del Settore Produzione con Metodo Biologico di Confcooperative Fedagripesca, non solo favorisce filiere corte e trasparenti, ma offre ai soci prezzi più stabili, servizi condivisi e supporto tecnico continuo, rafforzando così l’intera comunità agricola.

Proprio con questa visione è nato lo sportello CooperaBio, strumento di informazione e supporto istituito da Confcooperative Fedagripesca per mettere in rete le imprese cooperative del comparto biologico. Consulenti, centri di ricerca e altri stakeholder collaborano al servizio dell’agricoltura biologica cooperativa, offrendo un servizio di alta qualità a tutte le imprese coinvolte.

Uno strumento che rivela la visione lungimirante della cooperazione, che propone la creazione di un’OCM (Organizzazione Comune di Mercato) per il comparto lattiero-caseario, per finanziare misure a sostegno delle imprese, favorire l’adozione di tecnologie innovative e rafforzare la competitività.

Molte le sfide, dunque, ma molte anche le opportunità rappresentate dalla cooperazione. Scegliere un latte o un formaggio BIO proveniente da questa filiera imprenditoriale significa sostenere un sistema che garantisce non solo un prodotto più buono e sicuro, ma anche un modello di impresa attento all’ambiente, al benessere degli animali e alla vitalità dei nostri territori.
La prossima volta che vedrete il logo europeo del biologico sull’etichetta, saprete che dietro c’è un impegno concreto per un’agricoltura più sostenibile, rispettosa e consapevole.

I.P.

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