Raffaella Lanza, vive e lavora a Vergnasco, frazione di Cerrione, poco distante da Biella, nel mobilificio di famiglia fondato dal nonno ai primi del Novecento, ritagliandosi spazi per la sua passione: dipingere. Fin da bambina amava disegnare e dimostrava una particolare attitudine ed un gusto per il colore, perfezionati frequentando per tre anni la Scuola d’arte Kandinsky di Biella, dove ha fatto esperienza nelle diverse tecniche, affinando il segno grafico, poi diventando allieva del pittore Adriano Fenoglio, di Pollone.
Raffaella Lanza dipinge per esprimere qualcosa che prova guardando la natura, la sua principale fonte di ispirazione. Paesaggi, animali, persone, si trasformano sulla tela, non diventando copie della realtà, ma interpretazioni poetiche, rielaborate, riviste, perché riprese più volte, ricreando un personalissimo mondo in cui la tensione creativa si allenta solo quando raggiunge la convinzione che il lavoro è terminato. A volte si esprime attraverso “gettate” di colore alla Pollock o colori imprigionati in una trama geometrica alla Kandinky. I suoi lavori si possono ammirare nella mostra permanente allestita utilizzando gli spazi espositivi del mobilificio. Raffaella esegue anche “lavori su commissione”, accettando la sfida di interpretare i sogni del committente trasformandoli in quadri: “La soddisfazione più grande per me è vedere la gioia nei loro sguardi”. A Guardabosone, nello spazio luminoso della ex Casa Parrocchiale, affacciata sulla piazza, nella Personale: “Occhi che guardano. Luoghi, animali e persone, attraverso gli occhi dell’artista” inaugurata sabato 19 luglio, ha esposto vari soggetti, utilizzando due tavolozze: una ricca di colori caldi, forti, mentre la seconda è leggera ed evanescente, dominata dai verdi e dagli azzurri. Lo sguardo dell’artista si ispira alla natura: si passa dalla neve avvolta dal silenzio, a paesaggi di montagna o di mare, colti nei particolari momenti delle albe e dei tramonti. La pittrice dipinge gli animali liberi, in natura, come il gufo o i gruccioni multicolori, ma anche i lupi, o il timoroso cerbiatto dai grandi occhi, colto nel mezzo di una radura, pronto a dileguarsi tra gli alberi. Non mancano i fiori: dalla lavanda della Provenza, alle distese di tulipani, ma non recisi: “Non amo le nature morte”. Tra i ritratti spiccano i quattro Beatles, e Freddie Mercury, protagonisti del mondo musicale, ma soprattutto di epoche e stili di vita.
La mostra sarà visitabile dal 19 luglio al 3 agosto: sabato pomeriggio e domenica lungo l’intera giornata, perché l’artista, affascinata dal paese, resta a Guardabosone durante i fine settimana, cogliendo l’incanto e i profumi delle notti estive.
Nella stessa giornata di sabato nei locali della ex Scuola Elementare, Roberto Cerri, fotografo grignaschese di origine, ha inaugurato la sua mostra fotografica in bianco e nero: “La Natura oltre i colori. A passo lento sul confine tra Luce e Ombra”. Roberto Cerri, che scatta fotografie fin da quando aveva solo sei anni, ha spiegato la sua scelta di rigore cromatico: “Il colore nella sua esuberanza, colpisce l’occhio in modo travolgente, non si smetterebbe mai di godere della sua varietà, passando da un’immagine all’altra. Eliminando il colore risaltano altre cose: curve, spazi, masse, linee, profondità, abissi di luce e ombra. Il nero assoluto, il bianco accecante, con tutta la scala dei grigi fra di essi, scavano gli occhi, penetrano in profondità, e allora si rivelano le trame sapienti della Natura, che sono anche le nostre, le linee, le forme, le luci e le ombre, i pieni e i vuoti. E così togliere diventa aggiungere, far risaltare ciò che di solito non si vede ma si guarda. Si svela l’oltre”. Tra le foto esposte, raggruppate per soggetti, da Tempeste a Natura, a immagini di viaggio, emerge per la sua desolata solitudine Goli Otok, Isola Calva, isoletta del Quarnaro, campo di rieducazione ai tempi di Tito, utilizzata fino al 1956.
La mostra sarà visitabile dal 19 luglio tutti i sabati, le domeniche e i giorni festivi dalle 15.30 alle 19.30, oppure su richiesta.
Il pomeriggio si è concluso con l’inaugurazione della rinnovata Piazza San Giovanni XXIII: “Un appalto da un milione di euro” come ha ricordato Nicole Bosco, il Sindaco che iniziò i lavori dovendo far fronte ai cedimenti strutturali del terreno, avvenuti a seguito dell’alluvione del 2019, che compromettevano la stabilità della piazza. “Questo è uno splendido belvedere sul paese e sui boschi che gli fanno cornice: ringrazio il Sindaco Leonardo Di Rienzo e i suoi Consiglieri per aver dato continuità al progetto portandolo a compimento”. Dopo la benedizione, impartita dal Parroco, Don Giancarlo Taverna, che ha ringraziato il Comune per la collaborazione nel preservare e valorizzare la storica piazza retrostante alla parrocchiale, c’è stato il taglio del nastro. Accanto al pregevole mosaico che raffigura il “Papa buono”, voluto e realizzato da Don Giacomo Rigazio, compianto parroco del paese, si sono ritrovati ben quattro Sindaci: Silvano Caccia, Claudio Zaninetti, Nicole Bosco e Leonardo Di Rienzo, uniti in un’ideale cordata di continuità.