C’è chi preferisce partire, scoprire nuovi luoghi e tradizioni, e chi invece resta legato all’Italia, convinto che il nostro Paese sia più organizzato e accogliente. Le esperienze, però, non sono sempre positive e, tra spiagge affollate, personale poco preparato e cucine deludenti, i racconti si intrecciano mostrando luci e ombre del turismo internazionale.
Giulia, ad esempio, a gennaio ha prenotato insieme al fidanzato una vacanza a Formentera, in Spagna. Non era il suo primo viaggio oltre confine: negli anni aveva già visitato Germania, Inghilterra e Stati Uniti. "Per me viaggiare significa conoscere nuove culture – racconta – anche perché vorrei lavorare un giorno proprio nel settore del turismo". L’esperienza a Formentera, però, non è stata all’altezza delle aspettative: mare affollato, sdraio introvabili e spiagge sporche. "Le mie amiche mi avevano assicurato che fosse un paradiso. Io, invece, ho trovato plastica e acqua piena di crema solare".
Problemi anche per Edoardo, partito con alcuni amici alla volta della Francia. Qui la difficoltà è stata soprattutto con il personale dell’hotel: "Molti non parlavano inglese fluentemente, e quando si trovavano davanti a turisti senza alcuna base linguistica sembravano andare nel panico. In quel lavoro serve professionalità". Il gruppo aveva scelto una località tranquilla, lontana dalla movida, ma le notti insonni per via dei vicini rumorosi hanno reso la vacanza meno rilassante. "Ho chiesto più volte alla reception di intervenire, ma nessuno ha fatto nulla. Alla fine ho dovuto insistere per cambiare stanza".
Più positiva, ma non priva di critiche, l’esperienza di Irene e della sua amica in Grecia, a Corfù. "Il personale era impeccabile – spiega – ma il cibo in hotel deludente. Ci aspettavamo una cucina curata, anche sulla scia delle recensioni online, invece siamo state costrette a spendere molti soldi per mangiare fuori". Un problema che, secondo la giovane, riguarda in generale gli italiani all’estero: "In fatto di cucina siamo molto esigenti, e spesso non ci troviamo bene".
C’è poi chi sceglie di restare in Italia. Nicola, ad esempio, ha deciso di trascorrere le vacanze in Puglia. "Ho viaggiato anche all’estero, ma resto affezionato al mio Paese. In generale, in Italia trovo più competenza e professionalità. Certo, capita anche qui di incontrare personale poco cordiale, ma si tratta di eccezioni".
Che dire dunque, turismo italiano o all'estero? l’Italia rimane per molti sinonimo di ospitalità e organizzazione. "Qui si lavora per fidelizzare i turisti – sottolinea Irene – tanto che spesso tornano nello stesso hotel più volte dopo un’esperienza positiva". Un segnale di quanto il turismo, per il nostro Paese, sia una vera e propria risorsa da coltivare.