«Avremmo preferito che il Ministro Schillaci rispondesse prima del passaggio della Manovra in Consiglio dei Ministri alla richiesta di un confronto diretto con il sindacato degli infermieri» – dichiara deluso Antonio De Palma. – «Oggi ci troviamo davanti a numeri, almeno da quello che leggiamo, che non convincono affatto e che meritano chiarimenti immediati».
Aumento indennità infermieri: i calcoli non tornano!
Secondo i dati ufficiali, l’indennità di specificità per gli infermieri dovrebbe valere 1.630 euro lordi annui, pari a circa 136 euro lordi al mese. Ma le risorse stanziate in questa manovra ammontano “solo” a 195 milioni: divisi tra 285mila infermieri del SSN equivalgono a circa 696 euro lordi annui, cioè 57 euro lordi al mese, meno di 40 euro netti. «Se davvero è così – sottolinea De Palma – allora i 1.630 euro non derivano tutti da questa manovra, ma anche da aumenti già previsti e non ancora applicati. Si rischia di spacciare come nuova conquista ciò che era già in bilancio. Insomma se arriviamo a poco meno di 90 euro netti di aumento per gli infermieri, è davvero perché una metà di questi erano quelli che già ci toccavano?».
Assunzioni ridotte al ribasso
Sul personale, la delusione non è affatto minore. «Si era parlato di 10mila assunzioni di infermieri nel 2026 per arrivare a 25-30mila entro il 2028. Ora invece si scende a soli 6mila! Ancora una volta si corregge il tiro al ribasso, e la voragine di 175mila infermieri mancanti rispetto agli standard europei resta intatta».
Briciole, non svolta
«Restiamo agli ultimi posti in Europa per stipendi – conclude De Palma –. Con meno di 40 euro netti in più al mese non si trattiene nessuno, né si restituisce dignità a chi tiene in piedi ospedali e territori. Chiediamo risposte chiare, non propaganda».