Introduzione
La scuola non è più soltanto il luogo dove si affrontano i tradizionali atti di bullismo: oggi, accanto all’aggressione fisica, alle prese in giro, agli atti di esclusione, si affiancano forme di violenza che attraversano lo spazio digitale, penetrano nelle chat, nei gruppi online, si servono delle tecnologie più avanzate. In questa Giornata internazionale contro la violenza a scuola, l’Associazione Meter fa il punto sulla condizione degli studenti e richiama dati recenti. L’obiettivo è chiaro: proteggere gli alunni da tutte le forme di violenza, quella visibile e quella invisibile, riconoscerle, contrastarle.
Bullismo tradizionale e cyberbullismo: il quadro italiano
Il fenomeno del bullismo tra pari e del cyberbullismo continua ad avere proporzioni significative in Italia. Secondo l’ISTAT – nell’indagine del 2023 su un campione di oltre 39.000 giovani tra gli 11 e i 19 anni – il 68,5% ha subìto almeno un episodio offensivo, aggressivo, diffamatorio o di esclusione sia online che offline. Di questi, circa il 21% ha dichiarato di essere vittima di comportamenti simili più volte al mese e circa l’8% con frequenza almeno settimanale. Altri dati: più della metà (55,7%) degli 11-19enni si è sentita offesa o insultata almeno una volta nell’anno precedente; l’esclusione o emarginazione ha riguardato almeno una volta il 43% dei giovani. Questi numeri sottolineano come la violenza a scuola non sia un problema marginale, ma una realtà quotidiana per molte ragazze e ragazzi, con riflessi sulla loro salute, sul rendimento scolastico, sul benessere emotivo.
I dati di Meter - le nuove frontiere della violenza digitale: deepfake, deepnude e IA
Se il bullismo tradizionale e il cyberbullismo restano al centro dell’attenzione, oggi emergono nuove forme di violenza che si alimentano dell’intelligenza artificiale. L’Associazione Meter, nel dossier “Intelligenza artificiale: conoscere per prevenire: dalla pedopornografia ai deepnude”, ha voluto approfondire il rapporto tra giovani e Intelligenza Artificiale. L’indagine ha coinvolto 989 studenti di istituti secondari di secondo grado, nella fascia d’età 14–18 anni, con domande dedicate ai fenomeni del deepfake e del deepnude. I risultati delineano un quadro chiaro e preoccupante: Il 92,2% dei ragazzi ha dichiarato di aver utilizzato almeno una volta un chatbot o un sistema di intelligenza artificiale conversazionale, l’81% del campione ritiene che i deepfake possano rovinare la reputazione e la vita di una persona, il 53,4% conosce già il fenomeno deepfake, mentre il 42,3% afferma di aver visto contenuti che lo hanno messo a disagio e il 65,7% conosce il fenomeno deepnude, e il 59,4% teme la creazione e diffusione di questi materiali. Nonostante il quadro allarmante, emergono anche dati che offrono un segnale di speranza e consapevolezza: il 90,5% degli intervistati considera la diffusione di deepfake e deepnude un serio pericolo, e il 65,1% si dice pronto a denunciare tali episodi senza esitazione. Questi numeri confermano che i giovani si muovono quotidianamente in ambienti digitali dove il confine tra realtà e finzione è sempre più sottile.
Perché tutto questo è rilevante per la scuola
La scuola, oggi, è un nodo essenziale di prevenzione ma anche un terreno in cui la violenza si manifesta. Le aule non sono più gli unici spazi: le relazioni personali, i conflitti, le aggressioni si estendono oltre le mura, nelle chat, nelle app, nei gruppi virtuali. Quando un alunno viene preso di mira con un’insulto, uno schiaffo, un’aggressione fisica, possiamo identificare un atto visibile e le possibilità di intervento sono più dirette. Ma quando una adolescente viene “spogliata digitalmente”, le immagini manipolate circolano, vengono inviate, condivise, e l’effetto emotivo e relazionale è profondo: vergogna, isolamento, ritiro, fuga dalla comunità scolastica.
Il ruolo dell’Associazione Meter e la chiamata all’azione
L’Associazione Meter da decenni opera nell’ambito della tutela dei minori e del contrasto alla pedopornografia: il suo intervento oggi si estende anche alla consapevolezza e alla prevenzione delle nuove tecnologie di abuso. Recentemente ha ampliato il proprio modulo online per consentire la segnalazione anche dei casi di “deepnude” e “deepfake”.
Conclusione
In questa Giornata internazionale contro la violenza a scuola, è fondamentale riconoscere che le forme di violenza si evolvono: non si limitano più all’aggressione diretta o alla presa in giro in aula, ma assumono modalità tecnologiche, invisibili, manipolative. L’Associazione Meter sollecita uno sforzo collettivo per garantire che la scuola — e la comunità educativa nel suo complesso — siano in grado di difendere gli studenti da tutte le forme di violenza: visibili e invisibili, fisiche e digitali. Solo con una cultura della prevenzione che si estenda all’uso degli strumenti digitali e con l’impegno di istituzioni, scuole, famiglie e tecnologie, sarà possibile mettere al centro la dignità, la sicurezza e il benessere dei giovani.i giovani.











