L’inverno meteorologico 2025-2026 è iniziato il 1° dicembre e, con esso, arrivano le prime valutazioni stagionali elaborate da Arpa Piemonte basato su nove modelli previsionali internazionali. Le indicazioni attuali delineano un inverno più caldo della media e con precipitazioni concentrate nei primi due mesi, anche se con un grado di affidabilità limitato.
Le elaborazioni mostrano infatti una tendenza mite diffusa su tutto il trimestre. Dicembre risulta il mese più caldo rispetto ai valori climatologici, una condizione legata alla presenza di pressioni più alte della norma su gran parte dell’Europa. Questo assetto atmosferico tende a mantenere le perturbazioni lontane dal Piemonte, favorendo stabilità e temperature superiori alla media.
Anche gennaio dovrebbe rimanere più caldo del normale, con un’anomalia termica positiva più persistente. Solo con l’avvicinarsi di febbraio il segnale mite sembra attenuarsi: alcuni modelli indicano un ritorno verso valori più vicini alla media, altri mantengono ancora un leggero scostamento positivo.
Se le temperature sembrano seguire un tracciato abbastanza chiaro, la questione delle precipitazioni è invece molto più complessa. I modelli non convergono verso un unico scenario: dicembre e gennaio appaiono come i mesi con la maggiore probabilità di precipitazioni, ma senza indicazioni precise né sulla quantità né sulla distribuzione. Alcuni modelli prospettano un inverno più secco, altri in linea con la media, altri ancora più piovoso. La variabilità è tale da ridurre l’affidabilità complessiva delle proiezioni. La seconda parte della stagione, in particolare febbraio, sembra orientarsi verso condizioni più asciutte, ma anche qui senza un vero consenso.
Per quanto riguarda la neve, l’incertezza aumenta ulteriormente. Le previsioni stagionali hanno un’affidabilità bassa. Un elemento che si inserisce nella generale difficoltà di definire con precisione il comportamento delle precipitazioni nella stagione in corso.
In montagna manto scarso, riparte il bollettino valanghe
L’avvio dell’inverno coincide anche con la ripresa del Bollettino Valanghe di Arpa Piemonte, uno strumento essenziale per monitorare la sicurezza in montagna. Al momento, sulle Alpi piemontesi il manto nevoso è ancora scarso, in particolare nei settori occidentali e settentrionali.
Le condizioni attuali limitano fortemente le possibilità di scialpinismo, ridotte a pochi itinerari e comunque con la necessità di prestare particolare attenzione alle pietre nascoste, rese ancora più insidiose dalla poca neve.
L’introduzione del Catasto Valanghe arricchisce il Sistema Informativo Valanghe – SIVA. Grazie alla raccolta sistematica dei dati sugli eventi degli ultimi anni, Arpa Piemonte ha deciso di affiancare alla cartografia tradizionale un vero e proprio archivio degli eventi valanghivi significativi registrati dal 2018 in avanti.
Il Catasto riporta, attraverso punti geolocalizzati, tutte le valanghe di dimensioni da grandi a estreme osservate sul territorio piemontese, corredate da foto, descrizioni, dinamiche e informazioni sui danni. I dati sono integrati con la cartografia dei siti valanghivi e sono consultabili nella web app “Il Portale delle Valanghe in Piemonte”, che offre anche visualizzatori 2D, servizi interoperabili e la possibilità di scaricare i dati.
Si tratta di un patrimonio informativo prezioso, che consente una lettura più immediata e aggiornata dei fenomeni nivologici, utile tanto agli operatori quanto agli appassionati di montagna.
Alla luce delle analisi, l’inverno 2025-2026 appare dunque mite, con precipitazioni più probabili nella prima parte ma segnate da un’elevata incertezza. La neve, almeno nelle fasi iniziali, potrebbe essere scarsa, mentre per la montagna la prudenza resta d’obbligo.
Tra previsioni complesse e strumenti aggiornati per monitorare il territorio, sarà una stagione da seguire con attenzione, in equilibrio tra stabilità atmosferica e possibili cambiamenti legati all’arrivo di nuove fasi perturbate.











