Giovedì 27 novembre alla Truna dal Giuan nuovo appuntamento per ricordare insieme in dialetto attraverso gli incontri promossi dal Centro Studi di Grignasco, in collaborazione con il Comitato Carnevale. La serata Staséi parlòma ‘nsèma coi ‘d la piassa d‘ la gèsa, aveva il suo fulcro in Piazza Viotti: un microcosmo di persone con più di una decina di attività commerciali, oggi quasi completamente scomparse. In quella piazza c’era un grande sasso, ‘l sassòn, che accompagnò la vita del Paese nei secoli, dove un tempo le donne posavano le gerle e si fermavano a chiacchierare, episodio trasformato da Pinet Turlo nella poesia: “La pressa di fomni”. “La gèsa l’è sempri stacia na gran bèla gèsa”: oggi è ancora un simbolo di comunità, ma la piazza ha perso il suo ruolo di luogo d’incontro, riducendosi a parcheggio, anche l’Eliana se ne è andata lasciando un gran vuoto. Paolo Zanolini, conduttore delle serate, ha invitato alcuni commercianti storici, o i loro discendenti, per ricostruire, almeno idealmente, quel mondo così vivace e popolato di presenze caratteristiche. Il macellaio Piero Sagliaschi, che ha fatto per cinquantacinque anni quel mestiere ereditato dal padre Dario, perché un tempo intraprendere il mestiere paterno era quasi una conseguenza logica al dilemma tra proseguire gli studi e lavorare. Piero ha ricordato la mamma Ennedina: “la fava tut tame n’om”, da questi incontri emergono spesso figure di donne forti, matriarche. Guido Zanaroli, già responsabile del Gruppo Studi Fotografici al Centro Studi, storico tabaccaio, rilevò il negozio “dla Patina”: “Quando lavoravo stavo anche dodici ore in negozio, quindi avevo poco tempo per la socialità, però i commercianti di allora erano tutti legati da un rapporto d’amicizia e solidarietà”. La ”Patina” è stata più volte evocata attraverso episodi comici: la signora Caterina, mata dal Cent, che gestiva già una tabaccheria-trattoria, certo non amava quel soprannome che le era stato appiccicato addosso e traeva origine dal fatto che un tempo in tabaccheria si vendevano i francobolli: patina in dialetto, come ha spiegato Michele Zanolo. Michele Gori aveva imparato il mestiere di barbiere dall’Avelino e poi nel 1960 si era messo in proprio: sua moglie, Elsa Sagliaschi, per indicarne la discrezione, poiché un tempo il barbiere era il confidente dei suoi fedeli clienti, ha usato l’espressione: “L’era come ‘l previ cunfessò”. Il figlio Maurizio ne ha preso il posto e da quarant’anni taglia barbe e capelli…ma non più nella piazza della chiesa. Riccardo Vidassio, che era elettricista e vendeva frigoriferi, televisioni e apparecchiature elettriche, fu il “maestro” di Pier Riccardo Degasperis “Spiritin”. Piergiuseppe Poggia ha ricordatolo zio Chiaro Galazzini e la zia Margherita: “Lo zio veniva dalla Val Rendena, tutti quelli che emigravano facevano gli arrotini itineranti: “mulitta” o andavano in Germania a fare i gelatai: arrivavano in bicicletta con sopra la mola. In Valsesia e Valsessera molavano le forbici delle fabbriche tessili. Lo zio, che aveva un occhio di vetro, avendolo perduto per l’esplosione di una scheggia da un vecchio bossolo di guerra, mise bottega stabile, ma due giorni alla settimana faceva il giro a raccogliere utensili da molare e aveva anche il compito di accendere la stufa dell’ambulatorio del dottor Vertice, perché l’ambiente si scaldasse prima dell’inizio delle visite”. Oggi quando usiamo ancora il dialetto? Con gli amici? Con i parenti? Piero Sagliaschi ha risposto: “Quand chi son rabient” parrebbe una boutade, in realtà la lingua del cuore emerge nelle situazioni più estreme, quando l’italiano non basta più. L’incontro è stato l’occasione per riscoprire la storia recente del paese condividendo ricordi ed emozioni e scoprendo che oggi ci siamo molto impoveriti: la spesa si fa tutta al Supermercato, con il tempo contato, senza nemmeno scambiare due parole. Al termine della serata in cui spesso il pubblico è intervenuto con domande, o semplicemente per raccontare episodi scherzosi, Paolo Zanolini ha dato l’arrivederci all’ultimo giovedì di febbraio 2026 con ospite il CAI, Sottosezione di Grignasco, nata nel 1954.
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mercoledì 03 dicembre
martedì 02 dicembre

















