Lanciata anche per il 2025 la campagna di Natale “Dono Ricerca. RiDono la vita” promossa dall’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma, con sede operativa a Serravalle Sesia e presieduta dalla valsesiana Sara Costa. Tra i progetti di ricerca sostenuti con questa iniziativa c’è VAMOLAA. Si tratta di uno studio multicentrico, ad oggi in fase preclinica, con l’obiettivo di bersagliare in modo mirato e diretto il gene MYCN nel neuroblastoma, tumore solido extra-cranico prima causa di morte per malattia in età prescolare e terzo tumore pediatrico più comune dopo le leucemie e i tumori cerebrali, con circa 130-140 nuovi casi ogni anno in Italia.
Il progetto: un lavoro di squadra per bloccare MYCN Il progetto multicentrico VAMOLAA è coordinato da Patrizia Perri, ricercatrice senior al Laboratorio di Terapie sperimentali in oncologia dell’istituto Gaslini di Genova. Lo studio si basa su una rete di centri di ricerca con l’obiettivo di combinare più livelli d’azione e strategie per colpire e bloccare il gene MYCN, che si presenta amplificato, cioè con attività estremamente aumentata, nel 25% dei casi di neuroblastoma, promuovendo la trasformazione tumorale e una marcata aggressività e progressione di malattia. Di più: i pazienti con tumori che presentano l’amplificazione di MYCN sono classificati nella categoria di neuroblastoma ad alto rischio, in cui il tasso di sopravvivenza a lungo termine è ancora al di sotto del 50%.
VAMOLAA, acronimo di “a Valiant Approach against MYCN Oncogene to Leverage Antitumor Activity”, è dunque un approccio di sfida contro l’oncogene MYCN per ottenere la massima attività antitumorale. La campagna di Natale “Dono Ricerca. RiDono la vita” Un modo per sostenere la ricerca scientifica del progetto VAMOLAA è rappresentato dalla campagna di Natale “Dono Ricerca. RiDono la vita”: ulteriori informazioni su www.neuroblastoma.org, sezione ANB STORE, “Per il tuo magico Natale”. In alternativa, si può telefonare al numero 010-9868319 o al numero 010-9868320, oppure si può scrivere all’indirizzo di posta elettronica natale@neuroblastoma.org. “Dono Ricerca. RiDono la vita” gode del patrocinio morale di Guardia di Finanza, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Polizia di Stato, Stato Maggiore della Difesa, Vigili del Fuoco, Assoarma, Associazione Nazionale Alpini, Associazione Nazionale Carabinieri e Associazione Polizia Locale e Unione Sindacale Militari Interforze Associati (USMIA): dunque, il riconoscimento del suo valore sociale ed etico.
Le iniziative dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma come, ad esempio, le tradizionali campagne di Natale e di Pasqua sono, inoltre, caratterizzate dal marchio “Donare con fiducia”, conferito dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) secondo percorsi di certificazione annuale attestanti trasparenza, efficacia e correttezza. L’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma L’associazione nasce il 23 luglio del 1993 con sede legale e “naturale” all’istituto “Giannina Gaslini” di Genova e con sede operativa a Serravalle Sesia, con la Valsesia a rappresentare gran parte delle proprie radici. Le origini dell’associazione si legano alla volontà di madri e padri che hanno vissuto l’esperienza di malattia delle proprie figlie e dei propri figli, ma anche su impulso di oncologi frustrati dagli scarsi successi terapeutici ottenibili in quegli anni. Dal 1996, l’associazione è presieduta da Sara Costa, socia fondatrice e mamma di Luca, bambino non sopravvissuto al neuroblastoma. Nel 1998, sempre con sede legale al “Gaslini”, nasce invece la Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma, ramo scientifico dell’associazione deputato a selezionare e a finanziare i progetti di ricerca approvati. L’associazione si propone di promuovere progetti scientifici per la cura del neuroblastoma e dei tumori cerebrali pediatrici.
Da qui anche il piano strategico 2025-2028 a sostegno di filoni di ricerca innovativi. Le iniziative di raccolta fondi sono tante. Si tratta di attività basate su logiche di rete, di cooperazione, sull’impegno di madri e padri attivi in diverse parti d’Italia, di molte altre persone desiderose di fare la propria parte, ma anche di realtà istituzionali e di aziende, sempre con l’obiettivo comune di dare un motivo di speranza in più alle bambine e ai bambini in attesa di nuove cure. Il “Bambino con l’imbuto” contraddistingue il logo dell’associazione: un’immagine di gioia nonostante il dolore; la gioia dell’infanzia da incoraggiare anche attraverso la ricerca.











