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Ultim'ora | 13 dicembre 2025, 16:13

Bielorussia, scarcerati 123 detenuti politici: ci sono anche oppositrice Kolesnikova e Nobel Bialiatski

Bielorussia, scarcerati 123 detenuti politici: ci sono anche oppositrice Kolesnikova e Nobel Bialiatski

(Adnkronos) - Scarcerati in Bielorussia 123 detenuti politici dopo che il presidente Aleksandr Lukashenko ha concesso loro la grazia, scrive l'agenzia ufficiale Belta. Fra loro ci sono Maria Kolesnikova e Ales Bialiatski. 

Kolesnikova è una delle figure più importanti del movimento di protesta del 2020 contro la rielezione di Lukashenko e Bialiatski è il fondatore dell'ong per la difesa dei diritti umani Viasna, premio Nobel per la pace nel 2022.  

La co-fondatrice dell'associazione FreeBelarusPrisoners, Tatiana Khomich, ha parlato in una video chiamata con Kolesnikova, sua sorella, che si trova già fuori dalla Bielorussia. "E' libera!", ha scritto. Viasna ha invece reso noto il rilascio di Bialiatski: anche lui è stato costretto a lasciare il Paese. Kolesnikova, 43 anni, condannata nel 2021 a 11 anni di carcere, aveva lavorato con la leader dell'opposizione, ora all'estero, Sviatlana Tsikhanouskaya, per la sua campagna elettorale ed era stata arrestata nel mese di settembre del 2020, nel quadro della violenta repressione delle proteste contro le frodi alle elezioni.  

Le scarcerazioni sono avvenute "nell'ambito degli accordi raggiunti con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e su sua richiesta, in relazione alla revoca delle sanzioni contro i fertilizzanti introdotte dall'amministrazione del precedente presidente degli Stati Uniti Biden", ha reso noto l'ufficio del presidente.  

"Questo gesto è stato compiuto anche in relazione alle richieste di altri Capi di Stato e sulla base di principi umanitari e valori universali e familiari. L'obiettivo è accelerare le dinamiche positive dello sviluppo delle relazioni con i Paesi partner della Repubblica di Bielorussia e nell'interesse della stabilizzazione della situazione nella regione europea nel suo complesso". 

Bialiatsky, rilasciato dal carcere di Horki, è stato detenuto in totale quattro anni e cinque mesi. Nel 2023 era stato condannato a dieci anni di carcere. Era stato arrestato nel 2021. In carcere, scrive la sua ong, rimangono ancora tre attivisti di Viasna. Fra gli oppositori scarcerati, c'è anche l'ex candidato alla presidenza alle elezioni del 2020 Viktar Barbaryka. 

Kolesnikova aveva rifiutato di lasciare la Bielorussia e di andare in esilio. Aveva gettato il passaporto alla frontiera con l'Ucraina ma era infine stata arrestata per violazione della sicurezza nazionale e per cospirazione per assumere il potere. Bialiatski, che ha 63 anni, era stato condannato per aver finanziato attività in violazione dell'ordine pubblico. Barbaryka, 62 anni, ex banchiere, era stato arrestato mesi prima dell'apertura delle urne e condannato a 14 anni di carcere per frode e riciclaggio. A rendere noto il suo rilascio è stato il sito di notizie dell'opposizione all'estero Zerkalo.  

Tra i 123 detenuti politici rilasciati dalla Bielorussia c'è anche un cittadino americano. Lo ha reso noto un funzionario americano all'Afp a condizione di anonimato. 

A oggi rimangono in Bielorussia 1224 detenuti politici, scrive Viasna, precisando che oltre a Bialiatski è stato rilasciato anche un altro esponente dell'organizzazione, l'avvocato ed ex vice presidente della Federazione internazionale per i diritti umani, Uladzimir Labkovich. Entrambi sono stati costretti a lasciare il Paese per la Lituania.  

Appena liberato, Bialiatski ha dichiarato di voler proseguire la sua "lotta" per la difesa dei diritti umani nel Paese. "Il premio Nobel è stato un riconoscimento delle nostre attività e delle nostre aspirazioni, che non sono ancora state realizzate. Quindi la lotta continua", ha detto in un’intervista al media di opposizione bielorusso Belsat. 

Il Comitato Nobel norvegese ha espresso "profondo sollievo e sincera gioia" per la liberazione di Bialiatski, chiedendo al contempo il rilascio di tutti gli altri prigionieri politici in Bielorussia. Lo ha dichiarato all'Afp il presidente del Comitato, Jorgen Watne Frydnes.  

"La sua liberazione è un momento profondamente atteso e benvenuto", ha affermato Frydnes, sottolineando che oltre 1.200 prigionieri politici restano dietro le sbarre nel Paese. La loro detenzione, ha aggiunto, "illustra in modo lampante la repressione sistemica ancora in corso". 

 

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