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CRONACA | 29 aprile 2020, 09:26

Coronavirus, i sindacati di Polizia a Cirio: "Serve un protocollo sanitario ad hoc per la ripartenza"

In una lettera destinata al Governatore si chiedono garanzie per far lavorare in sicurezza le forze dell'ordine: "non sottoporre a screening la categoria significa sottovalutare un grave rischio".

Coronavirus, i sindacati di Polizia a Cirio: "Serve un protocollo sanitario ad hoc per la ripartenza"

Una lettera aperta destinata al Governatore Cirio per affrontare il tema della Fase 2 con sicurezza. I sindacati di Polizia Siulp, Sap, Coisp, Siap, Fsp e Silp chiedono un protocollo sanitario ad hoc per le forze dell'ordine."Mentre il Governo pare iniziare ad attivarsi per far ripartire tutte le attività commerciali del Paese, ormai ferme da quasi 2 mesi, la situazione del contagio da Covid-19, in Piemonte è ancora molto preoccupante", si legge nella missiva indirizzata al Governatore.

"Per questa ragione, le scriventi organizzazioni sindacali hanno richiesto al Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, di predisporre un protocollo sanitario ad hoc, indirizzato alla sottoposizione degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, di concerto con i rispettivi organismi sanitari, ad esami diagnostici atti a rivelare una eventuale positività al coronavirus".

"Ad oggi nulla è stato fatto sapere; giungono notizie che altre Regioni italiane, amministrate dai più variegati schieramenti e colori politici, hanno già attivato il monitoraggio diagnostico, a dimostrazione che la nostra richiesta ha una valenza evidente ed attuale. Il lavoro delle Forze di Polizia, impegnate in prima linea nella difesa dei diritti e della sicurezza dei cittadini, è caratterizzato da inevitabili e continui contatti con la popolazione: non sottoporre a screening la nostra categoria significa, in poche parole, sottovalutare un grave fattore di rischio".

"Troppi appartenenti alle Forze dell’Ordine sono stati lasciati in isolamento a casa, con la sintomatologia da Covid-19 o con familiari dichiaratamente ammalati, senza essere sottoposti agli opportuni esami. Non è comprensibile come, a mesi dall’inizio dell’emergenza e con la tanto decantata e programmata fase 2 con il lento percorso di ritorno alla normalità che si sta avviando, si possa restare ancora fermi alla iniziale mancanza dei tamponi o dei test sierologici, come se nulla fosse; mentre assistiamo a personaggi più o meno famosi appartenenti a categorie come i calciatori, politici, mondo dello spettacolo etc. che sembrano avere invece un canale preferenziale".

"Forse qualcuno non ha capito che se le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco ed il personale sanitario vengono compromesse, l’impianto di sicurezza di questo Paese crolla, con delle conseguenze disastrose per la società civile. Speriamo tanto di sbagliarci, ma l’impressione è che in questa Regione gli uomini e le donne in divisa, siano stati abbandonati a sé stessi", conclude la lettera.

Dal nostro corrispondente a Torino - f.f.

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