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COSTUME E SOCIETÀ | 08 marzo 2023, 11:01

Compie 90 anni il maestro Arturo Pugno, massimo esperto di pesca "alla valsesiana"

Ha cresciuto generazioni di studenti. Colto, curioso, profondo conoscitore del territorio sta trasformando in libro i suoi diari di pesca

Compie 90 anni il maestro Arturo Pugno, massimo esperto di pesca "alla valsesiana"

Il 26 febbraio ha compiuto novant’anni Arturo Pugno, il Maestro Arturo Pugno, che per molti anni ha insegnato nelle scuole elementari valsesiane, trasmettendo con l’esempio l’amore per questa valle, le sue ricchezze storiche e naturalistiche.

Oggi è Presidente Onorario della Società Valsesiana Pescatori Sportivi, anima del Museo della pesca inaugurato il 9 maggio 2015, al primo piano dello storico Palazzo D’Adda in alcuni locali concessi in uso gratuito dal Comune di Varallo. Arturo, pescatore per vocazione, spesso accompagna i visitatori illustrando tutte le peculiarità della pesca alla valsesiana, tecnica che ha presentato e illustrato in Spagna e in Austria e che insegna ai nuovi allievi, che vogliono imparare a costruire mosche e lenze.

Savino Re, presidente della SVPS, sintetizza in una frase il patrimonio storico e culturale del quale Arturo è portatore: «Semplicità, praticità, essenzialità, eleganza, e aggiungerei, armonia, sono espressioni che si addicono alla tecnica di pesca a mosca “alla Valsesiana”».

A 87 anni Arturo Pugno è diventato testimonial per Patagonia: il fondatore del marchio, Yvon Chouinard, lo ha voluto protagonista di un video di 18 minuti: «Il pescatore completo»: «E’ colui che deve sapersi costruire la sua canna: pescare vuol dire vivere in un ambiente in cui l’acqua ti racconta le sue storie e te le trasmette».

Da più di settant’anni Arturo a ogni uscita di pesca annota dati, esperienze, considerazioni, riflessioni, traduce la sua passione per l’acqua, raccogliendone la voce, continuando a essere curioso. La speranza espressa da molti che quel taccuino diventasse un libro, si sta concretizzando in un racconto da tramandare alle giovani generazioni: non un trattato di pesca alla Valsesiana, ma lo scorrere di ricordi, di impressioni, di incontri, popolato di persone che hanno lasciato una traccia: dal padre ai fratelli, agli amici, ai “rivali”, ai quali riserva una benevola ironia.

La nostra conoscenza, oserei dire amicizia, risale a molti anni fa, quando giunsi a Varallo in Biblioteca: abituale frequentatore degli incontri organizzati con gli autori o ai dibattiti, puntuale negli interventi, sempre moderati e interlocutori. Durante le mostre non manca mai di soffermarsi sulle opere esposte prima di esprimere le sue considerazioni agli artisti, creando occasioni di dialogo. Ricordo le visite per mostrare i suoi “tesori”: dal portafoglio con le meravigliose “mosche” realizzate con le soffici piume degli uccelli che popolano i nostri cieli, il nido raccolto a terra, capolavoro di architettura e di ingegneria, i rami che l’acqua ha modellato, restituendo come opere d’arte naturale.

Arturo fa parte della generazione dei gentiluomini: educato, elegante nella figura e nel linguaggio, retaggio di un’educazione severa, maturata in una famiglia numerosa in cui ciascuno conosceva e rispettava il suo ruolo. Dotato di una capacità decisamente rara, quello che i musicisti chiamano "orecchio assoluto", cioè la capacità di individuare a colpo sicuro una nota musicale senza ascoltarne un'altra di riferimento, Arturo imparò a suonare il piano manifestando subito un grande talento, ma la sua passione era la musica dell’acqua. Gli auguri sono affettuosi: non smettere mai di sognare su quelle acque che oggi sono davvero l’oro blu, da custodire e rispettare.

redazione Vercelli

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