Venerdì 17 novembre, a Grignasco, in Sala Consiliare, Aldo Lanfranchini ha presentato in anteprima ai concittadini il suo nuovo libro: “Insabbiati” valsesiani in Africa Orientale Italiana, pubblicato dalle prestigiose edizioni Zeisciu, arricchito da duecentocinquanta immagini, che illustrano storie interessanti e assai poco conosciute di italiani in Africa durante gli “anni dell’Impero”. Il volume è dedicato ai tre nipoti, Lorenzo, Federico, Sofia: “Nei quali vedo il mio futuro”, la narrazione è preceduta da un inquadramento storico delle “avventure coloniali” scritto dal giornalista Lorenzo Del Boca, che sottolinea il passaggio di Mussolini dall’anticolonialismo all’imperialismo e accenna anche a cosa è successo dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, definendo i fatti di cui si fa memoria nel volume come: “Piccole vicende minute che si nascondono nelle pieghe di racconti più ampi. E che si perdono, se qualcuno non si preoccupa di portarle alla luce”.
Il saluto dell’Amministrazione Comunale è stato portato da Pier Tomaso Garampazzi, Assessore Assistenza, Servizi Sanitari e Cultura.
“Scrivere senza faziosità”: è lo stile di Aldo Lanfranchini, cronista dei fatti, raccolti, documentati, trascritti, senza lasciarsi prendere dalla tentazione del giudizio, perché, al di là delle motivazioni ideologiche, oggi, a quasi un secolo di distanza, è stato già assai arduo ritrovare i “testimoni” per tentare di comprendere il clima culturale, le motivazioni, la propaganda del Ventennio.
Le testimonianze dei “Valsesiani nelle colonie dell’Impero” vanno dal diario fotografico di una Giovane Italiana di famiglia borghese, Graziella Conti, che venne scelta con altre cinquantanove compagne per un campo scuola in Libia e rischiò di non riuscire neppure a rientrare in Italia perché scoppiò la guerra, al memoriale di Ilario Francia, scomparso a febbraio 2023, di origine friulana per parte di madre, serravallese il padre, che dopo "vintiquattru San Martin” si sistemò definitivamente a Grignasco, alla vicenda di Antonio Pescini, ossolano, la cui figlia Margherita, nata in Etiopia, oggi vive e lavora a Grignasco. Antonio nel 1983, a causa della guerra civile in Etiopia, dovette rientrare da Addis Abeba e ci riuscì con l’aiuto di Mario Buschi che, dopo la guerra, fu tra gli italiani: “Estremamente utili alla rinascita economica dell’Etiopia”, ma purtroppo due anni dopo morì di leucemia.
Le presentazioni del volume si susseguiranno nei vari paesi della Valle, focalizzando l’attenzione sugli episodi che ebbero protagonisti locali, e potrebbero anche essere lo spunto per far emergere nuove storie di “insabbiati”.