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COSTUME E SOCIETÀ | 22 novembre 2023, 12:51

“Ti racconto il presepe” l’evento in occasione degli 800 anni del presepe di Greccio, FOTO

“Ti racconto il presepe” l’evento in occasione degli 800 anni del presepe di Greccio.

“Ti racconto il presepe” l’evento in occasione degli 800 anni del presepe di Greccio.

In occasione degli 800 anni del presepe di Greccio, ideato da San Francesco, l’Associazione Imago Verbi, in collaborazione con la parrocchia di Varallo, il Comune, la Biblioteca, l’amministrazione vescovile del Sacro Monte, l’Ente di Gestione Sacri Monti e l’Istituto Alberghiero di Varallo, ha organizzato due giornate per far conoscere il vero Presepe “inventato” (inteso nel senso etimologico di cercare e poi trovare) da San Francesco.

Sabato 18 novembre, in Santa Maria delle Grazie, dopo la presentazione di Claudia Manzoni, Don Roberto Collarini ha ricordato come questa iniziativa di Imago Verbi sia importante per: “Far riscoprire il significato profondo di questo Dio che si è fatto uomo ed è entrato nelle nostre case”. Il Professor Don Damiano Pomi, partendo dalla grandiosa parete gaudenziana (la cui origine è da cercarsi nei veli quaresimali, dei quali è ancora possibile vedere un esempio nella chiesa di Sant’Antonio a Borgosesia, nati per accompagnare i fedeli a “fare esperienza” di un percorso pedagogico, accompagnati dalla Vita Christi) ha fatto notare come a Varallo venga presentata un’articolazione più completa e complessa dei vari episodi, perché dietro questo tramezzo c’è la spiritualità francescana, legata al mistero dell’Incarnazione, che va dalla culla alla croce: “E’ il Verbo che si fa carne”. La narrazione di questa Parete era accompagnata dalla Parola, dai sermoni di Padre Caimi, coniugando il desiderio di vedere Gesù e di ascoltarne la parola: “Il nostro accesso al mistero di Dio ha come finalità la riconciliazione con Dio, ma anche quella degli uomini tra di loro: è un profondo messaggio di pace”.

Dopo queste premesse il Vescovo di Novara, Monsignor Franco Giulio Brambilla, ha ricordato come da pochi giorni la Palestina non sia più accessibile ai pellegrini, proprio come ai tempi in cui il Caimi creò il Sacro Monte, ma nel complesso di Betlemme, realizzato in scala 1:1, si può rivivere il mistero della nascita di Gesù.

Il Vescovo, attraverso la lettura delle parole del primo discepolo di Francesco, Tommaso da Celano, riportate nella Vita Prima, ha ricordato l’invenzione del Presepe, realizzato da Francesco nel 1223, tre anni prima di morire. La più antica immagine della Vergine con Gesù Bambino era stata rappresentata nelle catacombe di Priscilla, dipinta nel III secolo all’interno di un arcosolio del II secolo. La Natività è presente anche negli affreschi di Castelseprio, risalenti al X secolo. Dopo San Francesco si registra l’esplosione di scene della Natività, come adorazione del Bambino divino.

San Girolamo, che aveva abitato a Betlemme, conosceva il racconto del bue e dell’asino: la partecipazione del mondo animale all’accoglienza di Gesù viene contrapposta a quella mancata da parte degli uomini. “Mangiatoia” o “greppia” è la parola chiave per l’accoglienza di Gesù, insieme con la parola “fasce”, le quali simboleggiano l’accoglienza regale. L’albergo (con ogni probabilità un caravanserraglio che ospitava uomini e animali) in cui Giuseppe e Maria non trovarono posto, non era in realtà il luogo adatto per la nascita di Gesù, che fu indirizzata in un luogo più “accogliente” e riservato. Francesco a Greccio vuole dunque fare memoria del Bambino nato a Betlemme e fa predisporre la greppia con il bue e l’asino, non ci sono altri personaggi: “Gli occhi di Francesco hanno creato il presepe, perché nella greppia vuota hanno ritrovato Maria, Giuseppe e Gesù Bambino. Il suo presepe è come il sepolcro vuoto della resurrezione, è il segno di un’assenza che va contemplata con gli occhi della fede”, quel Presepe va contemplato con gli occhi della Fede con uno sguardo pieno di letizia: “La semplicità evangelica brilla in quei “segni”, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme”, e il Santo celebra l’Eucarestia sul Presepe: “E lui stesso assapora una consolazione mai provata prima”.

Piera Mazzone, con l’accompagnamento musicale di Valentina Giupponi, ha letto i brani di Tommaso da Celano e quello di Boris Pasternak, citato dal Vescovo: “Il suo Dio è nel Bambino. Le madri dei grandi uomini devono conoscere questa sensazione. Ma tutte le madri sono madri di grandi uomini e non è colpa loro se poi la vita delude”, che ha fatto notare lo: “stupore dello sguardo contemplativo di Maria” verso il dono che gli angeli portano in braccio, raffigurato nella Natività di Gaudenzio, tavola del polittico conservato nella Basilica di San Gaudenzio a Novara.

Le conclusioni sono state affidate a Stefano Aietti, che rappresentava l’Ente di gestione dei Sacri Monti, il quale ha citato la prima guida poetica del Sacro Monte, datata 1514, che al capitolo IV riporta la descrizione del luogo della nascita e ha richiamato le parole che Testori dedica al complesso di Betlemme, copia dei luoghi di Terrasanta, invitando a seguire l’indomani la visita guidata dal Vescovo.

Dopo la lettura della poesia: “Il mio presepio” di Alessandra Peveraro, Rosangela Canuto ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione dell’evento e tutti i numerosi partecipanti.

A Varallo si ha la fortuna di poter godere di un presepe permanente e sempre aperto: il complesso di Betlemme al Sacro Monte: domenica 19 novembre, un buon numero di persone si è ritrovato al complesso di Betlemme per partecipare alla visita guidata dal vescovo nelle cappelle eccezionalmente presentate a grate aperte, grazie all’intervento di Norma Pescio, dipendente della Riserva Speciale Sacro Monte. “Varallo ha la semplicità della Betlemme originale. Il nostro Sacro Monte non è mariano, ma cristologico, è una Terrasanta in miniatura, che va guardato con gli occhi della Fede, prima che con quelli degli amanti dell’arte. La basilica costantiniana, tra le poche antichità che non furono distrutte, aveva in facciata un mosaico che rappresentava l’arrivo dei Magi, lo stesso raffigurato da Gaudenzio”: il Vescovo, con il Rettore Don Angelo Porzio ed il Parroco di Varallo, Don Roberto Collarini, ha concelebrato la S. Messa solenne in Basilica, con la presenza della Banda Musicale Santa Cecilia e del Coro San Luigi. Nell’omelia il vescovo ha ricordato che Francesco fece preparare un Presepe che era solo l’accoglienza che dilata il cuore: “Se nella nostra vita piena di cose non c‘è spazio, né per Lui, né per gli altri, non siamo affatto accoglienti e non parteciperemo al miracolo di quella nascita che ha cambiato le sorti del mondo”.

Hanno partecipato al rito le principali autorità locali: dal vice presidente dell’Unione Montana, Alberto Daffara, al Sindaco Pietro Bondetti, ai Carabinieri della Caserma di Varallo, alle Suore Orsoline, alle Suore di Gesù Eterno Sacerdote. Erano presenti anche le due Confraternite varallesi: SS. Trinità e SS. Sacramento.

Dopo aver presentato le origini del Presepe, sabato 2 dicembre alle ore 15, saranno inaugurati i presepi allestiti nel cortile d’onore di Palazzo Racchetti, da Rocco Pesce, Claudia Aurelia Barbaglia e Sandra Cerrone e la mostra delle opere pittoriche dedicate al Presepe, realizzate dagli artisti dell’Associazione “Soffi d’Arte”. Alle 16, presso il Centro Giovanile “G. Pastore”, la Bottega Teatrale di Fontanetto Po presenterà lo spettacolo con attori, pupazzi, marionette: “La mia vera storia di Natale”, che si concluderà con un intervento del Professor Claudio Colombo, docente di religione presso l’Istituto Alberghiero di Varallo, e con una merenda conviviale.

 

C.S. Piera Mazzone

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