Martedì 6 febbraio 2024 il Lions Club Valsesia ha organizzato una serata proponendo un argomento purtroppo di grande attualità: "Femminicidio e amore patologico". Relatore il prof. Eugenio Aguglia, psichiatra, direttore della Cattedra di Psichiatria e del Centro Unità Valutativa Alzheimer, Università di Trieste dal 1986 al 2008, direttore della Cattedra di Psichiatria Università di Catania dal 2008 al 2022, direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatria Università di Catania dal 2016 al 2022, Presidente della Società Italiana di Psichiatria nel triennio 2009/2012, Presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia nel 2014/2015, Presidente Società Italiana di Psicopatologia nel triennio 2020/2022, Vicepresidente della Società Italiana di Psichiatria Forense. Attualmente è consulente Psichiatra in qualità di Consulente Tecnico d'Ufficio per i Tribunali di Catania, Siracusa e Caltanissetta, sia in ambito Civile, che in ambito Penale.
La serata, cui hanno partecipato più di sessanta persone, era aperta a coniugi ed eventuali ospiti, e l’invito era stato esteso ai Club femminili: la Presidente del Soroptimist Club di Valsesia, Franca Pallone Giromini, e la Presidente dell’Inner Wheel Valsesia, Maria Costagliola Auteri, erano accompagnate da alcune socie.
Il Presidente del Lions Club Valsesia, Francesco De Pace, ha ricordato come quest’anno il Premio Muratore, che consiste in un contributo di cinquemila euro, offerto da cinque Lions Club del territorio: Valsesia, Borgomanero Host, Borgomanero Cusio, Verbano Borromeo e Omegna, tradizionalmente consegnato ad Orta il 31 gennaio, festa di San Giulio, protettore dei muratori per la sua attività di edificatore di chiese, è stato assegnato alla Fondazione Centro La Gazza Ladra di Invorio per completare un alloggio all’interno del programma appartamento denominato: “Moka”, volto a promuovere e favorire lo sviluppo della Vita Indipendente per le persone con disabilità. Ringraziando i responsabili della Fondazione hanno ricordato che: “La donazione rappresenta molto più di un contributo finanziario: è un segno tangibile della solidarietà della comunità, dell'impegno dei Lions Club e dell'unità di intenti nel perseguire un obiettivo comune”.
Il Professor Aguglia ha presentato il difficile tema “Quando l’amore diventa controllo, gelosia, possessività” con grande competenza ed utilizzando alcune immagini, premettendo che: “Questo è il percorso che conduce al femminicidio, ma per comprenderlo occorre avere chiaro il concetto di amore, che è vago e complesso e le sue fasi principali: infatuazione, attrazione, attaccamento”. Il relatore è stato molto chiaro nel marcare le differenze tra “attaccamento” inteso come accettazione, e il “possesso” in cui viene perpetuata la subordinazione e annientata la personalità: “Premesse relazionali che portano all’evento drammatico”.
In Italia nel 2023 sono stati registrati 120 casi di femminicidi, di cui 104 omicidi, distribuiti uniformemente su tutto il territorio nazionale, ma non è un “dramma dei nostri tempi”: “Pensiamo alla tragedia greca: Ifigenia e Agamennone, Antigone e Polinice, Cassandra e Agamennone, Polissena sacrificata sulla tomba di Achille. Nel Medioevo ci fu la caccia alle streghe: fino alla Rivoluzione Francese la donna era vista come incarnazione del male”. Aguglia ha poi analizzato dal punto di vista psicologico quali siano gli elementi che portano il soggetto a scegliere un’azione così drammatica: “controllo e dominio, gelosia e possessività”, ricordando che quando una donna arriva a denunciare occorre che ci sia una presa in carico psicologica e psicoterapeutica: “Non può essere lasciata sola. La presenza di stalking e minacce, segnalano che è il momento di denunciare. Spesso le donne credono di poter cambiare il partner violento, non hanno la forza di lasciarlo per i figli, per la mancanza di un sostentamento autonomo, e, quando finalmente hanno preso la decisione, accettano quello che dovrebbe essere l’ultimo incontro, mentre si rivela essere quello fatale, perché il carnefice esplode in tutta la sua rabbia”. Nella seconda parte del suo intervento Aguglia ha parlato della: “coppia ambigua: dalla confusione affettiva al crimine emotivo”. Oggi spesso le coppie nascono con idee poco chiare, che a contatto con la realtà, non reggono, spesso i partner diventano succubi dell’ambivalenza: si trasformano in vittima e carnefice l’uno per l’altro.
L’uomo abusante è caratterizzato da: “prepotenza e possessività, protervia compensatoria, paura dell’abbandono, mancanza di empatia”. Nei disturbi borderline della personalità la violenza è l’unica risorsa che il soggetto ha per placare l’angoscia che lo porta a questi comportamenti. Il relatore ha poi accennato al caso Turetta, premettendo che è assolutamente contrario ai processi fatti in televisione: “Sembrerebbe che i genitori non siano stati in grado di vedere la sofferenza del figlio, che aveva perso tutte le amicizie, si era attaccato ossessivamente alla ragazza, aveva perso il senso del limite: tutto questo era stato capito dalla sorella della vittima, ma purtroppo non è servito a salvarla”. Il lato oscuro del femminicidio emerge quando la depressione del carnefice diventa letale: l’isolamento, la perdita dell’autostima, la rabbia e la frustrazione, complicati magari da problemi finanziari o da fattori di stress, si assommano ad una presunta mancata comprensione del partner. Aguglia però ha messo in guardia dalle eccessive semplificazioni: “Occorre però avere ben chiaro il ruolo della psichiatria: non è uno strumento del deviante, ci sono patologie e ci sono persone sane che devono rispettare il Codice Penale”.
Concludendo la sua relazione che è stata seguita con molta attenzione e partecipazione, il Professore ha insistito sulla prevenzione e sul ruolo di chi sta intorno, vede, sente: “Dobbiamo essere educatori, non spettatori silenziosi, cercare di intervenire in modo adeguato, sganciare la donna dalla realtà perversa, perché solo in questo modo la si salva”.
Aguglia ha poi risposto alle numerose domande, auspicando una crescita culturale presso la famiglia e la scuola: “Due istituti formativi che hanno perso il loro compito, perché oggi spesso i genitori lavorano e perdono il contatto con i loro figli, che crescono in solitudine, senza norme pedagogiche. Il problema più grave è che quando la scuola, che tenta di porre un argine a certi comportamenti, si trova la famiglia contro. Occorre recuperare i valori culturali autentici, il senso del rispetto reciproco, costruire alleanze solide per aiutare i ragazzi”. È stato rivolto un appello alle due giovani presenti: “Non fatevi prendere dall’emotività, impulsività, immediatezza: l’altro può attendere, deve attraversare le tre fasi dell’amore”.