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COSTUME E SOCIETÀ | 11 giugno 2024, 15:17

Incontri con gli autori: “La storia dell’antica Valduggia e delle sue frazioni”

Incontri con gli autori: “La storia dell’antica Valduggia e delle sue frazioni”.

Incontri con gli autori: “La storia dell’antica Valduggia e delle sue frazioni”.

La Consulta del Comune di Valduggia nominata da pochi mesi, composta da: Graziella Finessi, Michele Astori, Kiria Golia, Giona Colombo, Angelo Scolari, Giovanna Gattoni, Sabrina Tonetti Pochetti e dal Sindaco Luca Chiara, è già pienamente operativa. Ha organizzato i primi tre incontri culturali, aperti dalla presentazione del recente libro di Angela Volpe: “Il sole nel cuore”.

Venerdì 7 giugno a Casa Spagna, dove ha sede la Biblioteca Comunale intitolata ad Alessandro Colombo, sindaco di Valduggia negli anni Ottanta, Carlo Rastelli ha presentato alcuni episodi e personaggi valduggesi.

Nella prima parte della serata ha proposto al pubblico presente due vicende poco note, avvenute nel Seicento, ricordando che la Valsesia allora era indipendente e gravitava su Milano, dominata dagli Spagnoli. Nella battaglia del 24 luglio 1636, tra spagnoli e soldati francesi e savoiardi, combattuta in prossimità della chiesetta di San Bernardo, ricordata in una lapide collocata nel 1963 da Agostino Crevola: “Le milizie valsesiane assalirono il nemico a moschettate”. I francesi, sconfitti nella battaglia di Tornavento, ripassarono il Ticino, espugnarono il castello di Fontaneto e, esacerbati per l’uccisione del loro comandante, devastarono Gozzano, si spinsero a Soriso e Gargallo, lasciando dietro di loro morte e devastazione, e si diressero verso la Valsesia. La Milizia Valsesiana (organizzata in diciannove Compagnie, delle quali cinque in bassa valle, in cui prestavano servizio uomini dai quindici ai sessant’anni, ciascuna organizzata in Squadre, in base agli Statuti, limitava il suo intervento ad azioni territoriali effettuate al solo scopo di difendere la valle) mobilitò le Compagnie di Valduggia e Cellio, attese al varco i francesi e i savoiardi e li costrinse alla ritirata: “A Cellio esiste un bellissimo ex voto che testimonia questo episodio: sono raffigurati i quattro fratelli De Nicola di Agua, realizzato dal padre per auspicarne il ritorno a casa sani e salvi”.

L’altro episodio che vide impegnata la Milizia Valsesiana si colloca nel 1655 e ha come antefatto il saccheggio di Borgosesia da parte di francesi e savoiardi, avvenuto il 1 gennaio 1653. Il 24 luglio 1655 i franco-savoiardi saccheggiarono Romagnano, risalirono verso la valle e varcarono il ponte di San Quirico, il confine storico della Valsesia, ma stavolta non colsero di sorpresa i Valsesiani: si mobilitò tutta la Milizia, compresa la Compagnia dei Tedeschi di Alagna, che si radunarono intorno a Borgosesia, costringendo gli avversari a retrocedere ed a varcare la Sesia: “La storia gloriosa della Milizia Valsesiana si concluderà all’inizio del Settecento, con la cessione della Valsesia ai Savoia”.

Nella seconda parte della serata Rastelli ha parlato di alcuni personaggi famosi che ebbero i natali a Valduggia.

Giovanni Battista Rasario, nato a Raschetto nel 1517, che studiò a Milano e a Pavia, si laureò in greco e latino, divenne uno dei più importanti medici del suo tempo, oratore facondo, tradusse alcuni manoscritti antichissimi di Galeno dal greco in latino, ottenendo grande fama dalla loro pubblicazione. Ai primi del Novecento la Scuola di Berlino dimostrò che erano dei falsi e crollò il mito di Giovanni Battista Rasario.

Un altro valduggese illustre fu Giovanni Battista Falda, incisore di grande fama, che operò a Roma, morì a soli trentasei anni: il suo capolavoro, un’incisione in più tavole che compongono la pianta della città di Roma, è esposto in Muncipio. Giuseppe Mazzola, nato nel 1748, da bambino fu affascinato dal pittore di Miasino Giovanni Battista Cantalupi, che lo prese a bottega, poi andò a Roma dove divenne discepolo di Anton Raphael Mengs, tornato in Piemonte diede prove eccellenti della sua arte: “In Municipio ci sono due suoi dipinti, un autoritratto con la mano destra tagliata a causa di un’infezione - ma egli imparò a dipingere con la sinistra con risultati quasi perfetti - e un ritratto dell’avvocato Perdomi. Divenne professore di colorito a Brera, dove, nella biblioteca Braidense, gli è stata dedicata una targa a ricordo dei lunghi anni di insegnamento”.

L’ultimo personaggio citato è stato il cantautore Fabrizio De Andrè, scoperto da Rastelli grazie ai ricordi della signora Rina Bocciolone. Il nonno di De Andrè era di Zuccaro, lasciò il paese per andare a Torino a fare il ciabattino, morì giovane, lasciando un figlio, che la madre fece studiare, e, ormai cresciuto, acquistò un Istituto Tecnico a Genova ed ebbe due figli: Fabrizio e Mauro, morto giovane. La signora Rina ricorda che lei da giovane andava a Genova con il padre, dove erano ospitati dal padre di Fabrizio, il quale da ragazzo veniva al “Polo Nord” dal fratello del nonno, Dario De Andrè, che suonava il violino: “Forse nacque proprio da lì la sua passione per la musica”. Rastelli ha “srotolato” il complesso ed articolato albero genealogico della famiglia De Andrè, ricostruito partire dal Cinquecento, arrivando fino a Cristiano De Andrè e al Fabrizio De Andrè che vive a Valduggia.

Il prossimo appuntamento organizzato dalla Consulta si terrà il 17 luglio, nella Fabbrica delle Campane: Umberto Lacchetti presenterà il suo romanzo medievale Valsesiano: “Assedio a Valle Piana”.

La serata si è conclusa con un rinfresco offerto al numeroso pubblico che affollava il salone in cui si è tenuta la conferenza.

C.S. Piera Mazzone, G. Ch.

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