Negli ultimi anni, il ruolo dell’intelligenza artificiale nella scuola è cresciuto in modo esponenziale, diventando un alleato per alcuni studenti e un problema per molti insegnanti. L’episodio recente, reso pubblico dal docente e scrittore Enrico Galiano, in cui uno studente ha dimenticato il prompt di ChatGPT nel proprio compito, ha scatenato un acceso dibattito tra professori, genitori e studenti. Al di là dell’ironia dell’accaduto, questo fatto mette in luce un tema molto più profondo: il senso e l’efficacia dei compiti a casa nell’epoca digitale. Personalmente, sono pienamente d’accordo con chi sostiene che i compiti scritti debbano essere svolti in classe, mentre a casa bisognerebbe dedicarsi esclusivamente allo studio ad alta voce.
I compiti assegnati per casa, infatti, non sempre raggiungono il loro obiettivo formativo. Troppo spesso vengono svolti con superficialità, copiati da internet o fatti svolgere da strumenti di intelligenza artificiale, che, per quanto utili se ben usati, possono diventare strumenti senza alcun tipo di significato educativo. Questo non solo riduce l'efficacia dell'apprendimento ma, a mio parere, indebolisce anche il rapporto di fiducia tra docente e studente. Invece, svolgere le attività scritte a scuola, sotto la supervisione diretta dell'insegnante, garantisce un buon lavoro e permette un feedback immediato che serve a valorizzare il momento dell’apprendimento come processo attivo e condiviso.
Lo studio orale, invece, è una dimensione personale che richiede tempo, concentrazione e ripetizione. È giusto che questa attività venga svolta in autonomia, a casa, senza la pressione della consegna e con la possibilità di rielaborare i contenuti secondo il proprio ritmo. Inoltre, il ripasso ad alta voce stimola la memoria, il linguaggio e la capacità di esposizione, competenze fondamentali non solo nella scuola, ma nella vita.
Infine, secondo la mia opinione, portare il lavoro scolastico in classe e lasciare lo studio orale a casa dà centralità all’aula come luogo di confronto e di crescita. I veri momenti educativi avvengono attraverso il dialogo, la discussione e il chiarimento dei dubbi. Nessuna intelligenza artificiale potrà mai sostituire il valore umano di una lezione attiva e partecipata.
In conclusione, non si tratta di eliminare i compiti, ma di rivederne il senso e il contesto. In un mondo in cui la tecnologia è sempre più presente, è fondamentale riportare l’attenzione su ciò che davvero conta: la qualità dell’apprendimento, la relazione educativa e l’autenticazione del percorso scolastico. E per questo, credo che i compiti vadano svolti in classe, mentre a casa ci si debba concentrare sullo studio personale.