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POLITICA | 20 giugno 2025, 14:44

In Regione Piemonte si parla di Legge Smuraglia: lo scopo è promuovere il reinserimento sociale

Per Delmastro, Chiorino: "Il lavoro in carcere non è solo uno strumento di reinserimento, ma un vero e proprio investimento per l’intera collettività."

In Regione Piemonte si parla di Legge Smuraglia: lo scopo è promuovere il reinserimento sociale

In Regione Piemonte si parla di Legge Smuraglia: lo scopo è promuovere il reinserimento sociale

Far lavorare i detenuti non è solo una scelta etica: è una strategia concreta per migliorare la sicurezza, ridurre la recidiva e generare valore per tutta la comunità. Sempre più imprese stanno scoprendo le opportunità offerte dalla Legge Smuraglia – al centro della conferenza stampa che si è svolta oggi in Regione Piemonte con il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, il vicepresidente e assessore al Lavoro Elena Chiorino e il direttore del DAP Ernesto Napolillo – tra incentivi, crediti d’imposta e veri percorsi di formazione.


Legge Smuraglia: i numeri che raccontano una scelta vincente


Mentre in passato si è spesso ricorso a scelte differenti come indulti o amnistie, oggi il Governo promuove una visione fondata su responsabilità e reinserimento reale. Il lavoro in carcere è parte integrante della sicurezza: educa al rispetto delle regole, restituisce dignità e trasmette professionalità.


Il lavoro in carcere non è solo uno strumento di reinserimento, ma un vero e proprio investimento per l’intera collettività.

- Ogni detenuto costa allo Stato 137 euro al giorno;

- Un detenuto che lavora ha solo il 2% di recidiva, contro il 68,7% di chi non lavora;

- Attualmente lavorano oltre 20.000 detenuti, di cui 2.190 assunti con i benefici della Legge Smuraglia.


Ma il valore aggiunto va oltre le cifre. Il lavoro in carcere contribuisce concretamente a migliorare il clima interno agli istituti penitenziari, favorendo la disciplina, riducendo le tensioni e prevenendo i conflitti. Un detenuto che lavora è più coinvolto in un percorso attivo di responsabilizzazione e crescita personale. Questo significa meno aggressioni, meno incidenti e maggiore serenità per chi ogni giorno indossa la divisa e garantisce la sicurezza dello Stato.


“Il lavoro non è un premio, ma una palestra di cittadinanza – ha dichiarato il Sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro –. Un detenuto che lavora ha solo il 2% di possibilità di tornare a delinquere. Il lavoro dà dignità, senso del dovere e speranza. È il più potente strumento di giustizia sociale e sicurezza”. “Non esiste vera sicurezza senza una dimensione trattamentale seria – ha concluso Delmastro –. Il lavoro riduce la frustrazione, previene i suicidi, restituisce motivazione e alleggerisce il carico su chi lavora ogni giorno negli istituti. È, quindi, un investimento in dignità, legalità e sicurezza per tutti”.


Legge Smuraglia: vantaggi per le imprese e la collettività


La Legge Smuraglia prevede inoltre importanti agevolazioni fiscali: credito d’imposta fino a 520 euro al mese per ogni detenuto assunto, e 300 euro per i semiliberi; ulteriori incentivi in caso di percorsi di formazione abbinati all’assunzione; riduzione dell’aliquota contributiva fino al 95% o 100% in base alla tipologia d’azienda; estensione del beneficio anche alle aziende pubbliche e private che assumono detenuti ammessi al lavoro esterno.


Nel solo 2024, 537 soggetti economici hanno usufruito di questi benefici, per un totale di 10,6 milioni di euro di agevolazioni concesse, con una crescita di oltre 660.000 euro rispetto al 2023. Le cooperative sociali, pur rappresentando il 30% dei beneficiari, hanno ricevuto il 68% dei fondi, a conferma della loro capacità di investimento sociale. Il coinvolgimento diretto del mondo imprenditoriale privato è la prossima sfida.


Cosa sta facendo la Regione Piemonte


La Regione Piemonte è tra le realtà più attive nella promozione dell’inclusione socio-lavorativa dei detenuti, attraverso progetti innovativi e investimenti costanti, sostenuti in particolare dal Fondo Sociale Europeo. La formazione professionale e le politiche per il lavoro rivolte ai detenuti rappresentano per la Regione Piemonte una priorità concreta e strutturata.


Ogni anno vengono investiti circa 2,9 milioni di euro per offrire opportunità formative ai detenuti, sia adulti che minori, come nel caso dell’Istituto penale per minorenni Ferrante Aporti di Torino. I percorsi spaziano dalla panificazione alla falegnameria, dall’edilizia alla cucina, fino all’impiantistica, e prevedono corsi professionalizzanti, momenti di stage, il riconoscimento delle competenze acquisite e un’indennità di frequenza.


Nel 2024 sono stati 890 i detenuti coinvolti, con 879 esiti positivi e 87 corsi attivati. I finanziamenti hanno raggiunto oltre 2,5 milioni di euro per gli adulti e 320.000 euro per i minori.


A questa offerta si affianca lo Sportello Lavoro Carcere, uno strumento operativo destinato a chi ha un fine pena entro cinque anni. L’obiettivo è rafforzare l’occupabilità dei detenuti attraverso un percorso coordinato che coinvolge il PRAP, il Garante dei detenuti, la Giustizia minorile, le Agenzie per il Lavoro e i Centri per l’Impiego. Finanziato con risorse del PR FSE+ 2021–2027 per 3 milioni di euro , lo Sportello ha già supportato 1.863 persone, attivato 303 tirocini e favorito oltre 500 inserimenti lavorativi, tra tirocini e contratti.


Un ulteriore strumento d’inserimento è rappresentato dai Cantieri di lavoro, che consentono ai detenuti di svolgere attività di pubblica utilità: per il biennio 2025–2026 sono 20 i progetti presentati, per un totale di 56 richieste di inserimento.


In questo quadro si inserisce anche la partecipazione della Regione Piemonte all’avviso “Una giustizia più inclusiva” del Ministero della Giustizia, con un progetto pilota realizzato in collaborazione con il PRAP. Il progetto prevede l’attivazione di un Centro per l’Impiego all’interno degli istituti penitenziari, la formazione in spazi rigenerati grazie a fondi FESR, servizi strutturati di inserimento lavorativo e un rafforzamento del legame carcere-territorio anche mediante il coinvolgimento delle imprese.

Gli istituti coinvolti inizialmente saranno quelli di Alessandria, Vercelli, Asti e Biella, poi le azioni potranno essere estese fino alla concorrenza del budget regionale complessivo di oltre 3 milioni di euro .


“Oggi presentiamo una visione concreta e coerente – ha dichiarato Elena Chiorino, vicepresidente e assessore alla Formazione Professionale della Regione Piemonte –. La pena che educa è una pena che serve alla società. La Regione Piemonte, in sinergia con il Governo e con il Ministero della Giustizia - continuerà a investire nella dignità, nella formazione, nel lavoro. Perché un carcere che lavora è un carcere che educa. E una società che educa è una società che cresce e garantisce sicurezza ai cittadini e agli uomini e donne in divisa che ogni giorno prestano servizio negli istituti”.


C.S. Regione Piemonte, M.C.T.

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