Un centinaio di persone si è ritrovato domenica 22 giugno alla stazione di Grignasco per partecipare allo speciale evento organizzato dal Centro Studi: “Al me paìs an tal cor”. Grignasco attraverso lo sguardo di Franco Fizzotti, è stata una passeggiata che si è snodata tra le vie del centro storico, concludendosi nel cortile della Casa delle Associazioni, dove il Centro Studi ha sede, e dove il Comitato Carnevale in collaborazione con la Pro Loco ha offerto un ricco rinfresco. Sul ballatoio che si affaccia sul cortile interno è stata allestita una mostra personale di Franco Fizzotti, con quadri a olio provenienti da una collezione privata, completamente inediti.
Il centenario della nascita di Franco Fizzotti a Grignasco viene ricordato con una serie di eventi. Il 6 gennaio, in particolare, nella Sala Consiliare (ex Biblioteca), il Comitato Carnevale, aveva organizzato una mostra interamente realizzata con materiali di proprietà privata, dedicata al rapporto speciale che l’artista ebbe sempre con il Carnevale: Fizzotti nel dopoguerra diede alla maschera locale, Giuan Baceja, inventata dal Pinet Turlo, volto e identità.
Il Sindaco, Roberto Beatrice ha osservato: “Una presenza così numerosa conferma quanto Franco fosse amato e oggi quanto è ricordato”.
Lisa Astolfi ha ringraziato il Comune di Grignasco, il Comitato Carnevale, la Pro Loco, Emanuela Manuzzato e la collezionista che ha messo a disposizione i quadri di Franco, le due “guide” d’eccezione: Cristina Trapella e Cristina Squaratti, che hanno curato i commenti storico-artistici, Pier Giuseppe Poggia, Fulvio Zanolini, Cinzia Tosalli e la mamma Martina, Marco Martinetti che ha fatto le riprese e le fotografie, ma soprattutto il pubblico numeroso ed attento: “Siamo felici di avervi offerto la possibilità di vedere diversamente le strade che percorrete ogni giorno”.
Franco Fizzotti, oltre che artista, è stato davvero anima del Paese, rivitalizzandolo nei suoi aspetti più autentici: anche l’incontro biennale di poesia dialettale valsesiana Pinet Turlo - cui Franco partecipò con entusiasmo e fu premiato nel 1971 alla prima edizione, per la poesia: “La Téresin d’Arbò” - lo ricorderà, focalizzando l’attenzione sui suoi scritti dialettali in prosa e in poesia.