Riceviamo e pubblichiamo:
"Ieri sera c’è stato l’atteso confronto sull’Ospedale di Borgosesia tra gli amministratori locali e l’Assessore alla Sanità Riboldi e il Direttore Generale Asl Ricci.
Il confronto è stato chiaro, franco e costruttivo.
Così come proposto, l’Assessore si è preso l’impegno di istituire un tavolo trimestrale di confronto con gli amministratori ed è già stata fissata la data per il primo di questi incontri, in ottobre.
E’ stata poi ribadita la centralità dell’Ospedale di Borgosesia come presidio fondamentale per la salute di tutta la comunità valsesiana ed è stato presentato un progetto di miglioramento del presidio ospedaliero per rafforzarne l’offerta e garantire maggiori servizi territoriali (questo il titolo).
Sono stati colti ed accolti molti degli spunti che abbiamo proposto e ne sono stati presentati altri.
In particolare, c’è la volontà di ampliare diversi servizi ambulatoriali in termini di orario e di personale ed è prevista un’attenzione specifica sulla cardiologia, con investimenti mirati e sulla riabilitazione con l’aumento dei posti letto.
Per ogni attività aggiuntiva è stata indicata una tempistica che andrà, ovviamente, verificata.
C’è, inoltre, l’impegno ad incrementare l’attività chirurgica con la previsione di effettuare 500 interventi in più all’anno.
Il punto nascite è stato definito come servizio non sostenibile e, il progetto presentato ne prevede, di fatto, la chiusura con alcuni “edulcoranti”.
Su questo tema specifico esprimiamo totale contrarietà e abbiamo chiesto a Assessore e Direttore di fermarsi nella decisione.
Pur consapevoli delle criticità del punto nascite, occorre pari dignità con altri territori che hanno gli stessi problemi e, condividendole, si possono trovare soluzioni alternative che prevedano un modello integrato con altri ospedali, in primis l’Ospedale di Borgomanero per garantire sicurezza e continuità assistenziale. Questo consentirebbe di mantenere il servizio a livello locale anche in funzione della distanza dall’ospedale degli abitanti delle aree più periferiche del territorio e della conseguente necessità di garantire la risposta in caso di emergenze.
Tutto ciò al di là dei freddi numeri e con piena consapevolezza che ciò che si perde non si avrà più.
Sul resto del progetto presentato questo è il pensiero che abbiamo espresso: bene gli interventi previsti sugli ambulatori, ma l’ospedale non è e non deve diventare un poliambulatorio.
Il vero nodo cruciale sarà la verifica del reale incremento dell’attività chirurgica proposto (che confidiamo riguardi davvero tutte le specialità), è lì il vero futuro di ogni ospedale e, quindi, anche del nostro.
Ciò, insieme al pronto soccorso, su cui sono comunque previsti ingenti investimenti.
Sulla riabilitazione, dovrebbe essere collocata nel contesto degli Ospedali e delle Case di Comunità lasciando così liberi gli spazi in Ospedale per la parte acuta.
Inoltre, ortopedia potrebbe diventare il punto di riferimento di quadrante per gli interventi di protesi e di elezione e, ancor più, traumatologia potrebbe diventare un presidio di eccellenza vista la vocazione turistica montana.
Salvo quanto ribadito e chiesto sul punto nascite e su tutto il resto, ciò che è stato presentato è il frutto di molto lavoro ed è un buon punto di partenza ma, certamente, non di arrivo.
Il tavolo trimestrale di confronto sarà utile per tutti per verificare in concreto i fatti, oltre alle belle parole."