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LINK | 10 ottobre 2025, 17:25

Il biologico piemontese cresce grazie alla cooperazione

Il biologico piemontese consolida la sua crescita, con più aziende e superfici coltivate. La cooperazione tra imprese agricole si conferma il motore della qualità, della sostenibilità e della competitività del territorio

Il biologico piemontese cresce grazie alla cooperazione

Il Piemonte conferma la sua vocazione per la qualità. Negli ultimi anni, il comparto biologico regionale ha registrato una crescita costante, sia in termini di imprese certificate sia di superfici coltivate.

Secondo i dati dell’Anagrafe Agricola del Piemonte, le aziende agricole con indirizzo biologico sono passate da 2.798 nel 2020 a 3.524 nel 2023, con un incremento di oltre il 15%. Negli ultimi cinque anni la crescita complessiva ha raggiunto il 19,6%, arrivando a rappresentare il 7,5% delle aziende totali, con una Superficie Agricola Utilizzata (SAU) di circa 82.000 ettari.

Anche le superfici destinate al biologico sono in aumento: dai 48.105 ettari del 2018 ai 56.721 del 2023 (+17,9%), pari al 6,2% della SAU piemontese. Secondo il rapporto Sinab – Bio in Cifre 2024, il Piemonte si colloca oggi al tredicesimo posto in Italia per estensione biologica, con 57.576 ettari coltivati. Le principali produzioni riguardano frutta, frutta a guscio e ortaggi, settori in cui le aziende giovani sono sempre più protagoniste.

Un trend positivo che si inserisce in un quadro nazionale altrettanto incoraggiante. Nei primi quattro mesi del 2025, infatti, le vendite di prodotti biologici hanno registrato un incremento del +4,4% a valore e +2,6% a volume, dopo un periodo di rallentamento dovuto all’inflazione e all’incertezza dei mercati. Un segnale che conferma l’interesse crescente per il Made in Italy biologico, come evidenziato anche da una ricerca Nomisma per Ice Agenzia nell’ambito del progetto ITA.BIO.

Ma per sostenere questa crescita servono strategie condivise. Durante il convegno CooperaBio – L’agricoltura biologica si rafforza con la cooperazione, tenutosi presso la Cooperativa agricola Gino Girolomoni di Isola del Piano (PU), esperti e rappresentanti istituzionali hanno ribadito l’importanza di unire le forze per consolidare il settore. Tra i presenti anche Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, e Raffaele Drei, presidente di Confcooperative Fedagripesca, che hanno sottolineato come i modelli cooperativi e i distretti del biologico rappresentino strumenti decisivi per aumentare la competitività delle imprese agricole italiane.

L’agricoltura biologica, è stato evidenziato, non può contare solo sull’estensione delle superfici coltivate: deve investire in ricerca, formazione e comunicazione, per distinguersi da altre certificazioni e rispondere con efficacia alle richieste del mercato.

In questa prospettiva, la cooperazione assume un ruolo centrale. Aggregare produttori significa offrire assistenza tecnica specializzata, ottimizzare la produzione, garantire quantitativi adeguati per l’esportazione e valorizzare la vitalità economica e sociale delle aree interne, spesso cuore del biologico italiano.

«Anche in Piemonte il biologico può crescere solo se sostenuto da un sistema cooperativo solido e innovativo – sottolinea Roberto Morello, presidente di Confcooperative Fedagripesca Piemonte –. Le cooperative del territorio svolgono un ruolo fondamentale nel garantire qualità, tracciabilità e sostenibilità, ma soprattutto nel creare sinergie tra aziende che da sole non potrebbero competere sui mercati nazionali e internazionali. È questa rete di collaborazione che consente di valorizzare le produzioni locali e rafforzare l’economia piemontese».

I numeri del comparto regionale confermano dunque un potenziale importante, ma rendono anche evidente la necessità di una strategia comune tra imprese, istituzioni e mondo cooperativo. Come ricordato da Raffaele Drei, il biologico e il convenzionale non devono essere in contrapposizione, bensì modelli complementari, capaci di offrire ai consumatori un’offerta diversificata e di qualità.

L’agricoltura italiana — e quella piemontese in particolare — resta tra le più attente al rispetto dell’ambiente e della salute. Il biologico rappresenta una componente strategica di questo percorso, che guarda al futuro attraverso politiche di lungo periodo e una visione condivisa. Solo così il Made in Italy biologico, e con esso il Piemonte, potrà continuare a distinguersi sui mercati globali per la qualità, la sostenibilità e la forza della cooperazione.

I.P.

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