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CRONACA | 26 maggio 2021, 10:34

Dramma funivie Mottarone, l'ingegnere arrestato è un valsesserino

Si tratta di Enrico Perocchio, torinese di origine ma residente in Valsessera; ricopriva anche il ruolo di consulente esterno per le Funivie del Mottarone

Dramma funivie Mottarone, l'ingegnere arrestato è un valsesserino

Avrebbero ammesso le loro responsabilità le tre persone fermate nella notte per l'incidente alla funivia del Mottarone. Lo dicono gli inquirenti: il freno dunque non sarebbe stato attivato. "A causa del malfunzionamento nella funivia - spiegano gli inquirenti - era stata chiamata la manutenzione che però aveva risolto il problema solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la 'forchetta', che impedisce al freno d'emergenza di entrare in funzione".

Tra gli arrestati c'è Enrico Perocchio, torinese di origine ma residente in Valsessera, ingegnere dell'impianto che ricopriva il ruolo di consulente esterno per le Funivie del Mottarone. Perocchio aveva inoltre l'incarico di direttore di esercizio, figura obbligatoria secondo la legge italiana che ha il compito di tenere sotto controllo l'impianto durante la stagione. Con lui sono finiti in manette anche l’amministratore delegato delle Ferrovie del Mottarone Luigi Nerini e il caposervizio dell’impianto Gabriele Tadini.

La tragedia del Mottarone (14 le vittime) ha dunque avuto uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante. Lo ha confermato il procuratore capo della Procura, Olimpia Bossi, uscendo dalla caserma dei carabinieri di Stresa, dove dal pomeriggio di ieri si sono svolti gli interrogatori: i tre fermi disposti nella notte sono "uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti che abbiamo svolto", ha sottolineato il procuratore Olimpica Bossi. "Nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l'esito fatale", ha aggiunto.

Entrata in funzione da circa un mese, dopo lo stop a causa della pandemia, la funivia del Mottarone "era da più giorni che viaggiava in quel modo e aveva fatto diversi viaggi", ha affermato ancora Olimpia Bossi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dalla ripresa del servizio l'impianto presentava delle "anomalie". Problemi presenti "anche prima, quando la funivia veniva attivata solo per manutenzione o servizi che non comportavano il trasporto dei passeggeri". Poi, quando le misure anticovid sono state allentate e si è tornati alle attività normali, "questi incidenti si sono verificati con cadenza se non quotidiana comunque molto frequente. Erano stati richiesti ed effettuati interventi tecnici per rimediare ai disservizi, ma non erano stati risolutivi. Così si è pensato di rimediare". Le indagini non sono finite. E non solo perché, con l'intervento dei tecnici, sarà necessario confermare quanto emerso dai primi accertamenti: la Procura di Verbania intende infatti "valutare eventuali posizioni di altre persone". 

Nel corso delle indagini serrate di questi due giorni è ambiata anche l’ipotesi di reato: all'omicidio colposo si è aggiunto l’articolo 437 del codice penale, che punisce con una condanna fino a dieci anni la rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, aggravate se da quel fatto deriva un disastro. Nelle prossime ore a carico dei tre fermati sarà chiesta la convalida del fermo e l'applicazione di una misura cautelare.

Redazione bi.me.

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