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ATTUALITÀ | 17 marzo 2023, 11:13

DAFFARA: PER SALVARE L’ALPAA, SI TORNI ALLE ORIGINI!

DAFFARA: PER SALVARE L’ALPAA, SI TORNI ALLE ORIGINI!

Nel turbinio di dichiarazioni riguardanti l’Alpàa, tuona la voce di Alberto Daffara, Vicepresidente nonché Assessore al Turismo dell’Unione Montana Valsesia, stufo di voci che non portano alcuna concretezza in una questione squisitamente legata alle tradizioni della Valsesia:

«Occorre una decisa “inversione a U” per ritornare all’essenza della nostra fiera di montagna – dice Daffara – e bisogna ritrovare il rispetto per le altre manifestazioni che i piccoli centri della valle organizzano da sempre: l’Alpàa deve rimanere concentrata nei giorni in cui si è sempre tenuta, e dev’essere dedicata alle tradizioni valsesiane, solo così si fa del bene al territorio e si implementa il turismo».

Le riflessioni di Daffara affondano nella storia della manifestazione: «L’Alpàa è nata in ricordo della tradizione secondo la quale i pastori, nei secoli scorsi, nel cuore dell’estate scendevano a valle per vendere i prodotti della montagna – dice Daffara - negli anni la manifestazione ha promosso l’artigianato, i prodotti caseari e gastronomici e le tradizioni del nostro territorio. Poi, nelle ultime edizioni – aggiunge con rammarico – questo spirito si è perso: prima l’Alpàa si è “spalmata” nei weekend, danneggiando i piccoli eventi delle altre località del territorio, poi si è arrivati, nell’edizione dello scorso anno, ad una manifestazione privata del proprio spirito originario, dove abbiamo assistito all’esposizione di prodotti che con la Valsesia non c’entrano nulla, che hanno richiamato un pubblico poco interessato alle tradizioni. Così non va!»   
E allora, alla luce dell’esperienza ventennale come volontario dell’Alpàa, oltre che come presidente di Pro Loco e UNPLI, e con l’amarezza della delusione prodotta dall’edizione 2022, Alberto Daffara è tranchant: «Se questa è la nuova Alpàa, allora non ha senso riproporla» dice l’amministratore.

La “ricetta Daffara” è molto semplice: «Non è il caso di ripiegarsi sulle polemiche di questi giorni: l’Alpàa deve semplicemente tornare ad essere l’appuntamento fisso che è sempre stato e deve esprimere la “valsesianità” attraverso esposizioni di artigianato e prodotti locali – dice il Vicepresidente dell’Unione Montana - se il Comitato attuale non è più in grado di esprimere idee in linea con l’essenza della tradizione valsesiana, si faccia da parte e lasci che altri portino avanti l’evento. È fisiologico che chi per tanti anni si dedica all’organizzazione poi sia stanco ed esaurisca le idee – aggiunge – basta cambiare, non c’è nulla di male: chi non ce la fa più lascia spazio a chi ha energie nuove, e si riparte, nel solco della tradizione e nel rispetto di tutti coloro che, in ogni piccolo paese della Valsesia, organizzano eventi e manifestazioni nei fine settimana d’estate, richiamando turisti e animando la montagna. Tutto questo merita rispetto, non può essere fagocitato da un grande evento che ormai ha perso il suo spirito remoto, ed ha più solo lo scopo di intrattenere il pubblico del fine settimana».

 ….e se i soldi per l’organizzazione non bastano più, Alberto Daffara lancia una proposta: «Non è necessario spendere migliaia di euro per portare qui nomi famosi – dice – sul territorio ci sono tantissimi gruppi di musicisti molto bravi, in grado di regalare serate divertenti e di qualità: ce lo hanno dimostrato anche lo scorso anno, e lo dimostrano in tante occasioni. Con un budget molto più contenuto, potremmo dare visibilità alle nostre band locali e divertirci tutti insieme. Pensateci!»                      

c.s.

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