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EVENTI | 24 maggio 2023, 17:11

Varallo: “Nelle trame del territorio. Tre restauri intorno a Pier Francesco Gianoli”, mostra in Pinacoteca

Varallo: “Nelle trame del territorio. Tre restauri intorno a Pier Francesco Gianoli”, mostra in Pinacoteca

Venerdì 19 maggio nel Salone dell’Incoraggiamento di Palazzo dei Musei, è stata presentata la mostra: “Nelle trame del territorio. Tre restauri intorno a Pier Francesco Gianoli”, che espone al pubblico tre opere recentemente restaurate e in dialogo tra loro, offrendo l’occasione unica di apprezzarle insieme, prima del loro rientro nelle diverse sedi di provenienza.

La mostra è stata organizzata dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, che ha diretto e promosso i tre interventi di restauro, la Diocesi di Novara con le Parrocchie proprietarie delle opere esposte, il Palazzo dei Musei di Varallo, le Onlus: Punto Arte di Grignasco e Arte e Cultura di Campertogno, con il sostegno del Rotary Club Valsesia e di Reale Mutua Assicurazioni – Agenzia di Borgosesia e il patrocinio dei Comuni di Campertogno, Grignasco e Varallo.

Per la mostra è in preparazione un piccolo catalogo nel quale saranno inclusi i contributi di Paolo Sitzia, il massimo studioso del Gianoli, e l’illustrazione dei restauri realizzati dalle monache benedettine dell’abbazia Mater Ecclesiae, e di Jacopo e Sara De Dominici, titolari dell’omonimo Laboratorio, che hanno restaurato i due dipinti.

La mostra varallese, allestita negli spazi dell’ex chiesa di San Carlo, sarà visitabile dal 19 maggio al 30 giugno nell’ambito del percorso di visita permanente, si sposterà poi a Campertogno, nell’Oratorio di Santa Marta dal 7 luglio al 4 agosto, e infine a Grignasco, nella parrocchiale di Santa Maria Vergine Assunta, dall’11 agosto all’8 settembre.

Mario Remogna, Presidente della Società d’Incoraggiamento, ha accolto il numeroso pubblico ricordando l’opera intelligente e assidua dei fratelli Sitzia, Paolo e Giuseppe, che da decenni si sono occupati del pittore di Campertogno, riscoprendone il corpus iconografico e pubblicando nel 2001 il volume: “Il pittore Pier Francesco Gianoli a Grignasco e in diocesi di Novara”. Il mondo artistico di Gianoli, diviso tra dipinti religiosi e ritratti, si va arricchendo di nuovi testimoni: tutto il materiale raccolto ora è stato messo a disposizione di una studentessa di Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Torino che sta preparando una tesi sul Gianoli, che ci si augura sarà la base per una nuova pubblicazione aggiornata con le ultime attribuzioni, e, magari, della mostra monografica dedicata al pittore, attesa da anni.

Paola Angeleri, Direttrice di Palazzo dei Musei, ha parlato di: “obiettivo raggiunto” per questa mostra che accoglie opere provenienti dal territorio, messe in dialogo tra di loro, ricordando che la Pinacoteca accoglie altre importanti opere dell’artista: i teleri provenienti dalla distrutta chiesa di Santa Marta e il trittico che era nell’antica cappella dell’Ospedale della SS. Trinità, oltre ad altri dipinti provenienti dalle collezioni dei marchesi D’Adda e dalla raccolta Remogna, e a numerosi disegni.

Hanno partecipato all’inaugurazione: Benedetta Brison, funzionario di zona della Soprintendenza, Don Marco Barontini, parroco di Campertogno, Don Enrico Marcioni, Parroco di Grignasco, Don Roberto Collarini, prevosto di Varallo, i Sindaci di Grignasco e di Campertogno, Katia Bui e Miriam Giubertoni, i Presidenti del Lions Club Valsesia, Vito Arlunno, del Rotary Club Valsesia, Giovanna Patrizia Rizzolo, i Presidenti di Punto Arte di Grignasco e Arte e Cultura di Campertogno, Paolo Cavagliano e Dino Mazzia. L’architetto Paolo Mira, Direttore dell’Ufficio Beni Ecclesiastici della Curia di Novara, impossibilitato ad essere presente, ha mandato un breve saluto.

Benedetta Brison, dopo aver puntualizzato che il restauro è un importante momento su studio e di conoscenza, ha riassunto il complesso iter di questo triplice intervento molto oneroso, per il quale è stato davvero complesso reperire i fondi: “La ricerca di Paolo Sitzia è a fondamento della mostra. Il restauro dello stendardo, finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e Onlus Arte e Cultura di Campertogno, è forse il più difficile da capire: era in condizioni disastrose, lo sporco aveva inaridito le fibre del tessuto, con trame spezzate e sfilacciamento. Le monache benedettine, con la pulitura e la ricollocazione puntuale di tutti i fili d’oro, hanno davvero realizzato un miracolo. Per sostenere il ricamo è stato inserito un materiale di supporto, un tulle colorato a mano, che esalta i colori”. Lo stendardo di Campertogno rappresenta due angeli che adorano l'Eucarestia onorandola con il turibolo e la navicella, mentre altri angioletti partecipano alla scena dall'alto, è un’opera raffinatissima di seta ricamata con fili d’oro, quasi certamente di manifattura milanese, non solo perché da Milano la Valsesia dipendeva politicamente e liturgicamente, ma anche perché a Milano avveniva l'approvvigionamento di sete per il confezionamento di paramenti liturgici adeguati ai dettami tridentini. La famiglia del pittore Pier Francesco Gianoli, originaria della Piana di Campertogno era proprietaria a Milano di una bottega che commerciava tessuti preziosi. Il retro dello stendardo è in prezioso damasco rosso, risalente alla seconda metà del Seicento per il tipo di modulo utilizzato, come ha spiegato Francina Chiara, esperta di tessili antichi, di famiglia originaria di Varallo, ma che oggi vive e lavora a Como: “Sono molto emozionata nell’ammirare i risultati del restauro del manufatto che avevo visto qualche anno fa a Campertogno, apprezzandone già allora i dettagli, la tridimensionalità delle oreficerie, le parti dipinte”.

Paolo Sitzia, davanti alle opere esposte in mostra, le ha correttamente inquadrate nel periodo storico in cui furono prodotte, ricordando alcune severe disposizioni del Concilio di Trento, che nella prima sessione, con il decreto del SS. Sacramento, sottolineava con forza il mistero della transustanziazione. A seguito di questo Decreto in tutta Italia nacquero Confraternite del SS. Sacramento e si sviluppò una parallela iconografia: “Lo stendardo va letto proprio secondo questa ottica”. Paolo Sitzia ha poi accennato alla formazione del Gianoli, ipotizzando un alunnato a Milano, presso Carlo Antonio Rossi, o Rosso, che operò nella chiesa, oggi non più esistente di San Vettorello alla Crocetta, sede dei tessitori d’oro, d’argento e di sete. Nel 1648 il pittore fu a Roma, come allievo di Antonio Sacchi, dove apprese i canoni del classicismo, e forse vide le opere di Caravaggio in San Luigi dei Francesi. Nel 1652 il pittore abbandonò Milano per il Sacro Monte di Varallo dove incontrò un grande successo, lavorando con l’intagliatore Sceti, ma poi venne sostituito dal Montaldi, milanese, che si portava appresso Dionigi Bussola. Gianoli però pretese di realizzare nella cappella XXIX quanto era stato concordato, completandola solo nel 1679, più di vent’anni dopo il disegno. Paolo Sitzia ha concluso ricordando che a Oleggio esiste un altro stendardo simile a quello di Campertogno, che non ha potuto essere esposto perché in pessime condizioni di conservazione, ma sarà oggetto di studio.

Il restauratore Jacopo De Dominici ha parlato del restauro dei due dipinti di Varallo e di Grignasco, che gli ha permesso di vedere, attraverso il ricalco di una delle opere, che poi è stato comparato con le altre, come le figure corrispondessero, con piccolissime variazioni, e di verificare, attraverso una diagnostica non invasiva, come i due dipinti che apparentemente presentano colori diversi, presumibilmente provengano da una tavolozza con pigmenti simili: “Capire quale dei due sia stato realizzato per primo non è facile, ma si può affermare che quello di Varallo abbia una maggior cifra autografa. Non si sa neppure se il dipinto sia stato realizzato in funzione della derivazione dello stendardo, o se questa operazione sia stata eseguita per soddisfare il desiderio della confraternita di Campertogno di dotarsi di uno stendardo, magari proprio con lo stesso soggetto del dipinto della consorella confraternita di Varallo, eretta nella cappella dell'Incoronata della collegiata di Varallo, della quale Gianoli fu Priore tra il 1671 e il 1672 e alla quale donò un dipinto detto "del Santissimo Sacramento" che è stato identificato con quello ancor oggi conservato nella cappella. La relazione tra le due opere è indiscutibile e merita approfondimenti”.

Il restauro del dipinto varallese è stato finanziato dal Lions Club Valsesia mentre quello dell’opera grignaschese è stato finanziato dalla Parrocchia di Grignasco, con il contributo della Onlus Punto Arte, presieduta da Paolo Cavagliano.

Piera Mazzone

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