Una "presa di coscienza" sui rischi che minacciano gli agricoltori italiani, chiamati a rispondere a norme e regolamenti di un'Unione Europea vissuta come una realtà troppo lontana e attenta più agli interessi delle multinazionali che a quelli dei territorio. Ma anche dei rischi che toccano da vicino la salute dei consumatori «che finiranno per non sapere cosa c'è nel piatto in cui mangiano».
La protesta dei trattori è arrivata nel vercellese dove, mercoledì mattina, un centinaio di persone, con una cinquantina di mezzi agricoli, si sono dati appuntamento a Larizzate, per un presidio nel quale temi locali e temi europei si sono uniti nel grido d'allarme di un settore che rischia di scomparire.
Tasse, cibo sintetico, aperture della Ue alle importazioni da Paesi che non hanno le stesse normative europee in materia di diritti dei lavoratori e utilizzo dei fitofarmaci, si sono unite alla lotta contro gli espropri per la realizzazione di impianti agrivoltaici e al No al deposito delle scorie a Lucedio.
Dopo un paio d'ore di presidio, scortati dalle forze dell'ordine, oltre 40 trattori, più una ventina di auto, si sono messi in marcia verso Lucedio per manifestare la contrarietà alla trasformazione della zona nel deposito nazionale delle scorie nucleari.