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ATTUALITÀ | 07 agosto 2024, 16:15

Abbandono degli animali: ogni caso è una condanna a morte

Abbandono degli animali: ogni caso è una condanna a morte

Abbandono degli animali: ogni caso è una condanna a morte

Ci risiamo: arriva la bella stagione, voglia di vacanze e cosa ne faccio dell’amico peloso a quattro zampe? Nessun problema: lo lego ad un palo, lo abbandono in campagna, in periferia, alla faccia della coscienza e dell’amicizia sincera. Con che stato d’animo si può partire per le vacanze dopo un gesto del genere? Chi non rispetta gli animali non rispetta nemmeno le persone.

Si stima che ogni anno vengano abbandonati in media 80.000 cani e 50.000 gatti e questo fenomeno aumenta esponenzialmente durante la stagione estiva. Non sono solo cani e gatti a subire questa tortura, vengono abbandonati anche altri animali domestici come volatili, tartarughe e rettili.

Più dell’80% degli animali abbandonati rischia di morire a causa di incidenti, per stenti o a causa di maltrattamenti. Abbandonare un animale equivale a procurargli una condanna a morte.

Un animale domestico è abituato a vivere in un ambiente dove gli vengono forniti pasti, dove è tutelato e protetto. Quando si trova da solo e abbandonato non è quindi in grado di procacciare autonomamente il cibo e risulta indifeso davanti ad animali selvatici o malintenzionati. Spesso, nel tentativo di tornare a casa gli animali muoiono a causa di incidenti che recano danni non solo a loro, ma anche alle persone coinvolte.

L’abbandono degli animali, oltre a provocare danni fisici e psicologici a questi ultimi, fa scaturire anche problemi sociali ed economici, infatti, per le amministrazioni locali la gestione degli animali raccolti dalla strada comporta costi e responsabilità.

Anche i danni sanitari non sono da trascurare, un randagio è facilmente veicolo di malattie trasmissibili ai suoi simili, ma anche agli esseri umani. È inoltre possibile che gli animali randagi aggrediscano persone o animali. CHI ABBANDONA UN ANIMALE È UN VIGLIACCO!

redazione Biella

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