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Copertina | 03 maggio 2025, 00:00

Maria Marcon eletta donna dell'anno 2025 da Soroptimist Club di Valsesia

"Un riconoscimento che condivido con tutte le volontarie"

Ogni anno, il Soroptimist Club di Valsesia assegna un riconoscimento a una donna non appartenente all’associazione, ma che si distingua per l’impegno nella promozione del ruolo delle donne nella società, nella cultura e nell'arte.

Il Premio Donna dell’Anno, istituito nel 2018, è un tributo a chi lavora concretamente per lo sviluppo sociale, la valorizzazione del territorio e il futuro delle nuove generazioni. Per il 2025, il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a Maria Marcon, fondatrice e Presidente dell’associazione Igea Prevenzione Salute Vita odv, attiva dal 2016 a Borgosesia. Un’associazione che, grazie al contributo fondamentale delle sue volontarie, si occupa di prevenzione sanitaria, organizza conferenze, fornisce visite specialistiche gratuite e garantisce trasporti terapeutici in un territorio vasto e complesso come quello della Valsesia e della Valsessera.

Buongiorno, signora Marcon. Innanzitutto complimenti per il premio ricevuto. Come ha accolto questa notizia?
"Ho accolto il premio con grande piacere ed emozione. Sono trascorsi quasi dieci anni dalla nascita di Igea, e questo riconoscimento rappresenta una conferma concreta del lungo lavoro svolto sul territorio. È un onore ancora più significativo perché arriva da un gruppo di donne che sceglie di premiare altre donne: un segnale forte fiducia e solidarietà".

Come è nata Igea?
"Igea è nata dopo una lunga esperienza di volontariato all'interno di un'associazione biellese, dove già mi occupavo del territorio vercellese. Grazie al sostegno delle mie figlie e con il desiderio di creare qualcosa di mio, ho deciso di fondare un'associazione autonoma, radicata nei luoghi in cui ero già attiva e conosciuta. Tante volontarie hanno scelto di condividere questa nuova avventura con me, credendo fin da subito nel progetto. È così che ha preso forma Igea".

Quali sono le principali attività dell’associazione?
"L’associazione è nata per rispondere ai bisogni sanitari di un territorio complesso, caratterizzato da difficoltà logistiche e da località distanti, come Alagna ad esempio, che rendono l’accesso alle cure più impegnativo. Abbiamo avviato una stretta collaborazione con l’ospedale di Borgosesia, in particolare con il primario dottor Canova, concentrandoci sull’assistenza socio-sanitaria. Tra i tanti interventi realizzati, abbiamo aggiornato la sala operatoria dell’ospedale, donato tre ecografi, un microscopio per interventi di cataratta (in collaborazione con l’Associazione Valsesia), un massaggiatore cardiaco e molte altre attrezzature fondamentali".

Qual è oggi la struttura operativa di Igea?
"Attualmente possiamo contare su circa 30 volontarie attive. La nostra sede principale si trova a Borgosesia, sede che rimane operativa sia al mattino che al pomeriggio per garantire un punto di riferimento costante alla comunità. Operiamo però anche attraverso ambulatori: siamo presenti a Varallo, Coggiola (presso la Casa della Salute) e Valduggia (all’interno del Comune). Per sostenere le attività dell’associazione, organizziamo regolarmente iniziative di raccolta fondi, come serate musicali, cene solidali, la tradizionale vendita delle azalee ed eventi sportivi, tra cui la recente corsa a Grignasco. Il prossimo appuntamento sarà una lotteria a premi, il cui ricavato contribuirà a finanziare i nostri progetti in corso".

In quale progetto siete impegnati al momento?
“Attualmente, stiamo lavorando per l’acquisto di un apparecchio per radiografie a domicilio, destinato in particolare alle persone fragili che non hanno modo di spostarsi. Abbiamo già raccolto metà dei fondi necessari e siamo fiduciose che, come sempre, i cittadini sapranno dimostrarci il loro sostegno anche in questa nuova sfida".

Quali difficoltà incontrate operando in un’area così ampia e diversificata?
"La distanza tra i vari comuni è una delle principali sfide ma, grazie al lavoro costante delle nostre volontarie, abbiamo costruito una rete solida e garantiamo trasporti sanitari con le nostre autovetture. La nostra prima donazione importante è stata di quattro defibrillatori, in occasione del Trofeo Buonanno, un’iniziativa che ha coinvolto diverse zone tra cui Varallo, Serravalle, Borgosesia e l’associazione Atletica Valsesia".

Cosa significa per lei fare volontariato?
"Per me, fare volontariato significa innanzitutto aiutare se stessi. Chi ha ricevuto tanto dalla vita ha il dovere morale di restituire qualcosa agli altri. Il volontariato arricchisce profondamente, perché nel donare si riceve: si ricevono emozioni, gratitudine e si scopre il vero valore dell'umanità. È un principio che porto con me fin da bambina: già allora mi impegnavo a raccogliere fondi per chi era in difficoltà".

Che messaggio vorrebbe lasciare a chi sta pensando di intraprendere un’esperienza di volontariato?
"Il mio messaggio è semplice: fatelo, anche solo un po'. Aiutare gli altri fa bene, anche a se stessi. Ci sono tanti anziani soli, tanti malati, tante persone che hanno solo bisogno di una parola o di un sorriso. Ogni piccolo gesto può fare la differenza".

redazione

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