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CRONACA | 30 giugno 2025, 12:36

Nemmeno la Valsesia risparmiata dai vandali: distrutte le statue della Madonna sul Tagliaferro e sul Monte Bo

Una vetta profanata: sul Monte Tagliaferro scompare la Madonnina storica, devastata anche la lapide commemorativa.

Foto di Andrea Mancin

Foto di Andrea Mancin

È stata una scoperta amara quella fatta dagli escursionisti saliti sul Monte Tagliaferro lo scorso weekend: la storica statua della Madonna Immacolata, collocata dal 1954 a quasi tremila metri di altitudine, al confine tra Valsesia e Val Sermenza, è scomparsa. Insieme alla statua in bronzo, anche la lapide commemorativa è stata trovata in frantumi. Il ritrovamento, avvenuto nei giorni scorsi da parte di alcuni alpinisti, non lascia spazio a molte interpretazioni: più che a un evento naturale, si pensa a un atto vandalico deliberato, che ha suscitato profonda indignazione non solo tra i fedeli e gli abitanti del territorio, ma anche nella più ampia comunità degli amanti della montagna.

Tra i primi a fare l'amara scoperta è stato Andrea Mancin, esperto alpinista originario di Borgosesia, che dopo alcuni anni è tornato sul Tagliaferro per un’escursione, senza immaginare di trovarsi di fronte a una scena tanto desolante. Con lui c’era l’amico David Ravelli: insieme hanno ispezionato la parete nord alla ricerca di eventuali resti della statua o frammenti della lapide. Mettendosi a rischio, i due si sono calati lungo la parete e sono riusciti a recuperare la bandiera e il quaderno di vetta. Una volta rientrato, Mancin ha immediatamente informato il presidente del CAI di Borgomanero, segnalando quanto accaduto e quanto recuperato.

«Per come la ricordavo io – ha dichiarato Mancin – e da quanto mi è stato confermato anche da altri, la statua era saldamente ancorata alla base, e appare davvero improbabile che un fulmine possa averla divelta. Non era certo il primo temporale a cui resisteva, considerato che l'ultimo restauro è avvenuto 40 anni fa. In tutto questo tempo non si erano mai registrati danni tali da far pensare a un cedimento. Nell’ultimo periodo, purtroppo, anche su altre vette del Biellese si sono verificati episodi simili, e siamo in molti a temere che si tratti più di atti vandalici sistematici che non di eventi atmosferici estremi.»

Nel frattempo, si spera che, una volta ricollocata la statua, episodi del genere non si ripetano. Ma la preoccupazione cresce, anche perché il caso del Tagliaferro non è isolato: nelle ultime ore si è infatti appreso che anche la statua posta sulla vetta del Monte Bo è stata gravemente danneggiata, a conferma di un’escalation che sembra colpire i simboli sacri delle montagne piemontesi.

Ad esprimersi sul grave episodio anche il presidente dell’Unione Montana Valsesia, Francesco Pietrasanta, che ha voluto lanciare un appello forte e chiaro: <<Sono episodi che rappresentano una assoluta mancanza di rispetto verso la storia e le tradizioni delle nostre comunità, oltre ad essere un’offesa dei sentimenti religiosi di molti – commenta il presidente dell’Unione Montana Valsesia, Francesco Pietrasanta – pertanto non solo vanno condannati senza esitazione, ma ritengo sia necessario un impegno collettivo per proteggere i luoghi ed i simboli significativi delle nostre montagne>>.

 

Non si tratta di un fenomeno circoscritto: già in passato, soprattutto sulle Dolomiti, si erano verificati atti analoghi. Pietrasanta non usa mezzi termini: «Sono delinquenti. Agiscono lontano da occhi indiscreti, colpendo simboli che hanno un grande valore per la gente di montagna. Non condivido l’idea che chi compie tali gesti sia “un amante della montagna” solo perché ha la forza fisica per raggiungere certe altitudini. Chi ama davvero la montagna non la offende, né sul piano ambientale né su quello spirituale. Queste Madonnine raccontano la storia di intere generazioni che, con fede e sacrificio, hanno scalato le vette. Distruggerle significa ferire una comunità intera.»

Di fronte a questi eventi, il presidente ha annunciato l’intenzione di adottare contromisure concrete: «Stiamo valutando l’installazione di foto-trappole nei pressi dei monumenti più esposti, per scoraggiare simili atti e identificare i responsabili. Inoltre – aggiunge Pietrasanta – intendiamo collaborare con le associazioni e i gruppi di escursionisti che hanno davvero a cuore la montagna, creando una rete di tutela attiva del nostro patrimonio. Chi verrà sorpreso a compiere gesti simili sarà perseguito secondo quanto previsto dalla legge, e ci impegneremo affinché siano applicate le sanzioni più severe. Non lasceremo vincere i vandali: prevarrà la gente perbene, che ama le proprie radici e il proprio territorio.»

Maria Camilla Toffetti

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