Il 18 agosto, nella Sala Frazionale di Rima, il Sindaco di Alto Sermenza, Roberto Sacchi, ha aperto la serata ringraziando il numeroso pubblico presente. L’evento, organizzato da Hanzi Axerio Cilies, Presidente del Walser Gruppe di Rima, in collaborazione con lo storico Enrico Rizzi, si propone ogni anno di approfondire la cultura alpina e, in particolare, quella walser. Non è mancata la presenza del Vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla, che quest’anno ha partecipato anche come relatore.
Il Vescovo Brambilla ha ricordato la figura di Carlo Bascapè, vescovo di Novara dal 1593 al 1615, autore dell’opera fondamentale Novaria Sacra. Nel 2015, in occasione del quarto centenario della sua morte, Brambilla aveva tenuto una Lectio magistralis sulla ripubblicazione dell’opera, sottolineando come Bascapè fosse riuscito a raccontare l’evoluzione storica del territorio novarese attraverso una “geografia antropologica” e una “storiografia spirituale”. Dalle sue Visite Pastorali emerge la profonda conoscenza anche delle zone montane della diocesi, con particolare attenzione alla Valsesia e agli insediamenti walser, come Alagna, che all’epoca contava 160 fuochi di cultura walser.
Enrico Rizzi ha portato una copia dell’edizione originale della Novaria Sacra e ha evidenziato l’interesse di Bascapè per i Walser, una popolazione le cui origini erano ancora poco conosciute all’inizio del Seicento. Il vescovo osservava con attenzione le tradizioni linguistiche e culturali di queste comunità, riconoscendo il loro ruolo fondamentale nello sviluppo delle vallate alpine.
L’antropologo Annibale Salsa ha offerto una lettura più ampia del territorio, descrivendo la Valsesia e le aree circostanti come un modello di civilizzazione alpina. Ha sottolineato l’importanza del concetto di “paesaggio culturale”, in cui elementi naturali e attività umane si intrecciano nel tempo, e ha spiegato come l’insediamento walser rappresenti un esempio archetipico di colonizzazione alpina “a scavalco”, prima della nascita degli stati nazionali e del concetto di frontiera.
Rizzi ha inoltre citato un documento del 1411, conservato nell’archivio diocesano di Novara, che attestava la possibilità di concedere in affitto perpetuo agli insediamenti walser alcuni alpeggi di proprietà vescovile, favorendo così la creazione di insediamenti stabili. La colonizzazione montana, iniziata dai Benedettini e diversificata dai Cistercensi in pianura, ha contribuito a modellare profondamente il territorio.
Durante il dibattito con il pubblico, Rizzi ha spiegato l’origine del termine “alpe”, mentre Salsa ha richiamato fenomeni di “regressione naturalistica”, con l’abbandono dei vecchi toponimi storici e la perdita di connessione delle comunità con i propri territori.
La serata si è conclusa con un intervento ironico di Hanzi Axerio Cilies, a cui si è unito il Sindaco Sacchi, sottolineando l’importanza di guardare al futuro del territorio: “Quale sarà l’Alto Sermenza tra dieci anni?”.
L’incontro ha offerto così un’occasione di riflessione sulla storia, la cultura e l’antropizzazione delle Alpi, ricordando l’importanza di preservare tradizioni e identità culturali in un contesto sempre più globalizzato.