Benvenuti al trentunesimo appuntamento con la nostra rubrica settimanale, “Riascoltati per voi”. Dopo una meritata pausa estiva, il nostro viaggio nella storia della musica riparte con slancio, energia e poesia. Settembre è il mese dei nuovi inizi, dei ritorni che profumano di malinconia e possibilità. E quale modo migliore per riprendere il cammino se non con uno degli album più rivoluzionari mai incisi? Oggi riscopriamo "Horses", il disco di debutto di Patti Smith, pubblicato nel 1975.
“Horses” non è solo un album, è un atto di ribellione, un manifesto artistico. Quando uscì, nel novembre del 1975, non era un disco “commerciale”. Ma cambiò la storia. Senza di lui, forse non avremmo avuto band come i Sonic Youth, i Nirvana o i Radiohead. Né figure come PJ Harvey, Tori Amos o persino Nick Cave.
A livello musicale, “Horses” è di sicuro un disco grezzo, scarno, a tratti primitivo. Eppure, proprio in questa essenzialità risiede la sua forza. La chitarra di Lenny Kaye, la batteria di Jay Dee Daugherty, il basso di Ivan Kral: tutto suona come una jam notturna in una cantina di New York, tra bottiglie vuote e odore di rivoluzione. E su tutto svetta lei: Patti Smith, una sacerdotessa del verbo o una sciamana del punk. Il brano d’apertura, “Gloria”, è una riscrittura feroce del classico dei Them, che comincia con una frase diventata leggendaria: “Jesus died for somebody’s sins, but not mine.” (Gesù è morto per i peccati di qualcuno, ma non per i miei). Diciamo che pronti-via è un pugno nello stomaco, una dichiarazione di autonomia morale e artistica.
Riascoltare “Horses” ai giorni d’oggi, in un mondo saturato di contenuti, è un atto quasi sacro. Ci ricorda che la musica può essere arte, letteratura, rivolta e che non serve l’autotune per emozionare, ma la verità, soprattutto quella! Patti Smith, in questo disco, ci mette tutta la sua. Quindi, una cosa è certa: questo non è il disco giusto per tutti, non è un sottofondo, bensì è un’opera che pretende attenzione, che ti sfida a entrare nel suo mondo. Ma se accetti la sfida, non ne uscirai indenne.
I miei brani preferiti sono: “Gloria”, “Birdland”, “Free Money” e “Break It Up”.
Voto: 9
Tracce:
1) Gloria – 5:54
2) Redondo Beach – 3:24
3) Birdland – 9:16
4) Free Money – 3:47
5) Kimberly – 4:26
6) Break It Up – 4:05
7) Land – 9:36
8) Elegie – 2:42
Durata: 43 minuti.
Formazione:
- Patti Smith - voce
- Lenny Kaye - chitarra solista
- Ivan Kral - chitarra, basso elettrico
- Richard Sohl - pianoforte
- Jay Dee Daugherty - batteria
Mi piacerebbe davvero conoscere le vostre impressioni! Condividete con me i vostri pensieri non solo su "Horses”, ma anche su Patti Smith e sull'impatto che la sua musica ha avuto sulle vostre vite. Ogni opinione è un pezzo in più di questa grande storia musicale che ci unisce.
Alla prossima tappa del nostro viaggio musicale!