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ATTUALITÀ | 15 ottobre 2025, 14:31

Allarme Ascom e sindacati: troppi contratti minori mettono a rischio salari e tutele

Allarme Ascom e sindacati: troppi contratti minori mettono a rischio salari e tutele

Allarme Ascom e sindacati: troppi contratti minori mettono a rischio salari e tutele

Ascom Confcommercio insieme a FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTUCS-UIL lanciano l’allarme sugli effetti del dumping contrattuale nel settore del terziario e del turismo. Oltre 200 accordi sottoscritti da sigle minori riducono salari e tutele, penalizzando sia i lavoratori sia le imprese corrette.

Secondo l’indagine Confcommercio, illustrata in un incontro tra il Direttore provinciale Andrea Barasolo e i rappresentanti sindacali Lara Danesino (FILCAMS-CGIL), Luca Trinchitella (FISASCAT-CISL) e Mauro Orsan (UILTUCS-UIL), la giungla dei contratti collettivi continua a crescere, incidendo negativamente sulla qualità dell’occupazione. In Italia, i contratti nazionali depositati superano quota 1.000, ma solo una parte è firmata da organizzazioni realmente rappresentative. La situazione è particolarmente critica nei settori del terziario e del turismo, con oltre 250 CCNL attivi.

La maggioranza dei lavoratori è coperta da pochi contratti principali, primo fra tutti il CCNL Terziario, Distribuzione e Servizi, firmato da Confcommercio con FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTUCS-UIL, che interessa circa 2,5 milioni di addetti ed è il più diffuso in Italia. Accanto a questi, proliferano i cosiddetti “contratti pirata”: oltre 200, sottoscritti da sigle minori, che coinvolgono circa 160.000 lavoratori e 21.000 aziende. Il loro obiettivo è chiaro: ridurre i costi tagliando i diritti.

Rispetto al contratto principale Confcommercio, un dipendente può perdere fino a 8.000 euro lordi all’anno. Inoltre, indennità e welfare integrativo sono quasi assenti, gli orari più lunghi e meno regolamentati, e le coperture per malattia o infortunio si fermano al 20-25%, contro il 100% garantito dai contratti maggiormente rappresentativi. Questo fenomeno non solo penalizza i lavoratori, ma genera anche concorrenza sleale tra imprese, minando produttività e crescita economica.

Confronto con Francia e Germania
Il confronto internazionale evidenzia il ritardo dell’Italia. In Germania, la “Tarifautonomie” prevede criteri stringenti di rappresentatività e meccanismi di estensione erga omnes dei contratti, che impediscono ribassi competitivi. In Francia, solo i contratti firmati da organizzazioni rappresentanti almeno il 50% dei lavoratori hanno validità, sotto il controllo del Ministero, e possono essere estesi a tutto il settore tramite decreto. In Italia, invece, manca una norma chiara per misurare la rappresentatività e un meccanismo per rendere i contratti vincolanti per tutti, favorendo così la proliferazione dei contratti pirata.

Le proposte di Confcommercio
Per contrastare il dumping contrattuale, Confcommercio, in collaborazione con CGIL, CISL e UIL, propone:

  • l’introduzione di un sistema di misurazione della rappresentatività di sindacati e associazioni datoriali, certificato da enti terzi come CNEL e INPS;

  • la delimitazione dei perimetri contrattuali attraverso un dialogo strutturato, legando il CCNL al codice Ateco delle imprese;

  • il rafforzamento della bilateralità come strumento di qualità, valorizzando gli enti che offrono welfare contrattuale aggiuntivo.

c.s. - cc

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