Sala Conferenze gremita in Biblioteca per la presentazione del volume di Dina Traversaro e Corrado Mornese: Pregiudizi, rimedi medicali prescientifici, superstizioni e leggende della montagna valsesiana. Antologia di fonti scelte comparate, commentate e illustrate, pubblicato dell’Istorbive, che inaugura la nuova Collana di “Cultura sociale”. “Il settore cultura nel nostro territorio per fortuna mantiene una forte vitalità”: ha sottolineato Enrico Pagano Direttore dell’IstorBiVe, editore del libro il cui titolo inizia con una parola pesante come una pietra: “pregiudizio”, derivante dal latino praeiudicium che significa letteralmente "giudizio anticipato", un'opinione preconcetta, formulata senza conoscenza diretta dei fatti, spesso negativa e basata su stereotipi: “Pregiudizio è anche pensare che l’Istorbive si occupi solo di quanto accadde tra il 1943 e il 1945, mentre un volume come questo affronta proprio la “resistenza” che le genti di montagna oppongono ai pregiudizi che le relegano a ruoli di assoluta marginalità, rivendicando la dignità della cultura montana”. I curatori del volume, Mornese e Traversaro, hanno scelto di adottare la forma dell’antologia “per onestà intellettuale”: recuperando molte fonti, sostanzialmente dimenticate, che ricompongono il quadro oggi più completo dell’immaginario arcaico delle genti della montagna valsesiana, prima che l’economia di mercato, la diffusione della tecnologia e l’affermarsi del turismo di massa, fossero intervenuti a trasformare profondamente quel mondo. Restando rigorosamente fedeli ai testi originali, gli autori spiegano e approfondiscono ogni singolo concetto. Opere ormai introvabili, come le annotazioni dell’abate Carestia, manoscritto pubblicato nel lontano 1958, le ricerche sul campo di Mario Remogna per Rimella, pubblicate nel 1992 sul De Valle Sicida e di Gianni Molino per Campertogno, rivivono in quanto preziose testimonianze storiche: gli appunti del Carestia, organizzati per temi omogenei, sono messi a confronto con i rimedi medicali popolari rintracciati da Remogna e Molino per due piccole comunità, così vicine in linea d’aria, eppure con differenze di contenuto notevoli. Per il territorio di Campertogno il Professor Gianni Molino, dedicò tutta la sua vita a raccogliere testimonianze, foto, documenti, che con grande generosità intellettuale mise interamente a disposizione sul suo sito, mentre Mario Remogna intervistò persone di Rimella, soprattutto donne, da sempre preziose “custodi della Memoria”. “In questo libro è testimoniata l’esistenza di quella grande cultura popolare montana. L’impostazione grafica ed estetica rigorose sono adatte ad una fruizione ampia e diversificata: il lavoro, guidato da Gustavo Mornese, per me è stato l’occasione per rompere il silenzio che mi ero imposta giungendo ventitrè anni fa in Valsesia da Chiavari: ascoltavo i racconti delle persone ed integravo le informazioni con letture”: Dina Traversaro, che esplora il mondo delle favole e del mito, tramandati oralmente nelle lunghe veglie invernali, materiale narrativo in continuo movimento, integrato da chi racconta, ha spiegato il metodo di lavoro adottato per un argomento “urticante e molto vasto”. Mornese ha concluso citando il pregiudizio più terribile, quello del “Capro espiatorio”: trovare un colpevole per ogni male, ricordando il tristemente famoso omicidio della donna di Cervarolo, avvenuto nel 1828, e il mito dell’Uomo selvatico, presente in tutto l’arco alpino, creatura portatrice di saperi che insegna ai “civili”, ma che poi viene irrisa e messa in fuga, interrompendo per sempre il rapporto natura-civiltà.
In Breve
mercoledì 17 dicembre
martedì 16 dicembre
lunedì 15 dicembre





















