Ancora una volta il Governo trascura ed esclude le Regioni. E questa volta lo fa anche su un tema delicatissimo, come la gestione, in chiave occupazionale, delle conseguenze delle azioni per il contenimento del contagio da coronavirus, non chiamando gli assessori regionali al tavolo convocato ieri dal ministro del Lavoro a Roma con le parti sociali, finalizzato a prevedere le misure da adottare.
«Il fatto di non aver coinvolto gli assessori regionali al Lavoro - spiega l’assessore regionale al Lavoro della Regione Piemonte - rappresenta un fatto gravissimo, che dimostra ancora una volta che questo governo, con fare inqualificabile, tira diritto per la sua strada, peraltro confusa, senza ascoltare le Regioni, che in questa emergenza sono state le prime a impegnarsi per minimizzare le conseguenze e saranno altresì le prime a subire i danni diretti e indiretti di queste misure. Restrizioni che siamo stati costretti a prendere e che forse, se il governo fosse intervenuto prima, avremo potuto evitare».
Per l’assessore regionale al lavoro del Piemonte quello del ministro è «un inaudito sgarbo istituzionale che il Piemonte non può tollerare. Contatteremo immediatamente il ministero chiedendo spiegazioni e lamentando una situazione che sfiora il paradosso. Evidentemente questo governo, che sa di essere minoranza nel Paese e frutto di un "accordicchio" finalizzato soltanto a mantenere le poltrone, teme la grande forza delle Regioni, che, al contrario, godono di fresca legittimazione popolare e si stanno dimostrando efficienti oltre che capaci di gestire nel miglior modo possibile un’emergenza di enorme portata come quella che stiamo subendo in questi giorni».