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COSTUME E SOCIETÀ | 23 maggio 2021, 09:26

Il racconto della domenica, "Sophia e la timidezza" di Elena Viotti

Tratto dalla serie di racconti "Storie di classe" della professoressa biellese Elena Viotti

Il racconto della domenica, "Sophia e la timidezza" di Elena Viotti

Terminato il racconto, parole chiave di riflessione…

15 dicembre 2019.

Mattino tedioso. Devo inventarmi qualcosa di diverso per svegliare animi e cuori. 

Mi aggiro tra i banchi curiosa, cosa mai dimorerà in quelle testoline avide di sapere? Si aprono i libri di Letteratura sulla pagina del giorno. Un ragazzo alza la mano: 

-Prof. Perché Shakespeare scrive nella sua opera teatrale “La tempesta” che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni?- domanda quasi con tono di sfida, quasi chiamasse una discussione piuttosto che una risposta diretta.

Lo osservo sorpresa e rispondo tronfia: “Proprio per questo: per insegnarti a sognare”.

Lui rimane per un attimo basito, fermo, come a cercare nei suoi pensieri, nella sua carrellata di risposte possibili, quella più idonea a una chiusura secca, che aprisse anche un ulteriore possibilità di replica.

Probabilmente non trovandone, risponde: -Non devo imparare sogni da nessuno…-.

Ho imparato negli anni, che spesso i sorrisi spiazzano più di mille parole e quindi avevo deciso, anche in quella occasione, di sfoderare quello migliore.

Cominciando a camminare su e giù nello spazio circoscritto di una piastrella, provo, tento, qualche diversivo…

-Ragazzi, noi conosciamo questo autore per i suoi classici: chi non ha mai sentito parlare di Romeo e Giulietta; o di Otello, oppure ancora dell’Amleto.- Pausa, dove abbasso gli occhi per trovare il punto focale dell’aggancio.

-Shakespeare si dovrebbe interpretare, cogliere, assaporare, non studiare. Di lui ci fanno imparare a memoria dense strofe cupe e tenebrose, invece la verità che lui ci vuole tramandare è immediata e filtrata attraverso le emozioni che lui ci vuole rappresentare, vere protagoniste dei suoi drammi… sono le Emozioni i personaggi reali che salgono sul palcoscenico! La passione tra i due innamorati di Verona, la gelosia di Otello, o le paure trasformate in follia di Amleto…- torno alla cattedra.

-Adesso ditemi, sinceramente: chi di voi non ha mai provato simili sensazioni? L’amore, l’invidia per qualcuno o il timore di vivere una vita non propria, che sfugge di mano, arranca, inciampa nei viali bui e poco illuminati di strade tortuose che a volte intraprendiamo…-

Sophia alza la mano, dubbiosa, quasi incredula di aver trovato il coraggio di parlare, lei che per riuscire a proferire due parole in pubblico deve prendere coraggio due mesi prima:

-Dimmi cucciola…- la incito con occhi e cuore.

Lei si allarga in un profuso sorriso che la illumina da capo a piedi:

-Quindi prof. Se ho capito bene, questi autori nei loro dialoghi o monologhi o storie, raccontano anche un po’ le nostre vite, raccolgono frammenti di narrazioni che potrebbero essere quelle di ciascuno di noi, se le caliamo, adattandole, alla nostra contemporaneità…-

Conclude orgogliosa, sa di aver fatto un intervento perfetto, utile e speciale, perché è così, le persone speciali si esplicitano solo a tratti, a contenuti moderati…

La osservo e nel mio sguardo si può leggere tutta la mia ammirazione, intensa, semplice.

-Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, perché è proprio attraverso quei sogni, che si sostanzia la più forte delle emozioni umane: l’amore, vissuto anche nel suo potente opposto, l’odio delle tenebre assolute.- Rimangono perplessi. Amore? Odio? Ma come?

E’ ancora Sophia che si lancia, sulla scia, forse, della fortunata discussione di prima.

-Scusi prof. Ma se c’è amore come può esserci anche odio?- chiede in punta di piedi.

-Spesso la mente umana è pervasa da mille passioni che non sempre sono in lotta tra di loro… Amore e Odio possono essere due facce della stessa medaglia, per quel regno degli opposti che li vuole in relazione tra loro in un eterno legame. Se ci pensi, senza l’odio non potremmo conoscere il potere dell’amore, non potremmo comprendere le sue immense possibilità ancestrali, né godere appieno delle qualità che ci vengono concesse e donate grazie alla nostra scelta: amare piuttosto che odiare.-

Li lascio così, con una domanda aperta che spero schiuda ulteriori riflessioni.

 

CONDIVIDENDO  ESPERIENZE

E tu cosa pensi a proposito di sogni? Li vivi o te li fai scivolare addosso?

La materialità della sostanza, cosa potrebbe indicare? 

Il segno degli opposti è positivo perché ti lascia vedere più punti di vista, o è meglio scegliere sempre una strada e non voltarsi indietro?

A certe domande sei chiamato a rispondere ad altri….

A queste, rispondi solo a te stesso…

Riflessioni:  sostanza, sogni, evanescenza

        Segno degli opposti: Amore/Odio

        Pensieri, emozioni, ci provo

Elena Viotti

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