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COSTUME E SOCIETÀ | 29 novembre 2022, 17:34

Gianfranco Pasquino a Varallo: ha incontrato gli studenti dell’istituto superiore d’Adda, FOTO

Gianfranco Pasquino a Varallo: ha incontrato gli studenti dell’istituto superiore d’Adda

Gianfranco Pasquino a Varallo: ha incontrato gli studenti dell’istituto superiore d’Adda

Venerdì 25 novembre, presso il Centro Congressi di Palazzo D’Adda, il Professor Gianfranco Pasquino, che fa parte del Consiglio Scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, ed è l’ispiratore, oltre che autore dell’introduzione e del saggio di chiusura del volume: “Fascismo. Quel che è stato, quel che rimane” pubblicato dalla casa editrice Treccani in occasione dei cent’anni della marcia su Roma, ha dialogato con gli studenti dell’ultimo anno dell’Istituto Superiore D’Adda e con una rappresentanza di studenti del Liceo Scientifico di Borgosesia, in un incontro pubblico, accuratamente preparato dalla Dirigente del D’Adda, professoressa Paola Vicario, dagli Insegnanti e dai ragazzi che hanno letto il libro, ne hanno discusso e hanno formulato una serie di domande, delle quali sono stati portavoce tre ragazzi del Liceo Classico: Emma, Carola Celeste, Alberto, uno della Ragioneria: Alessandro e quattro ragazzi del liceo scientifico di Borgosesia: Michele, Fabio, Leonardo e Emma, accompagnati dal Professor Roberto Travostino.

Dopo i saluti dell’Assessore alla Cultura della Città di Varallo, Enrica Poletti, dell’Assessore alla Cultura dell’Unione Montana, Professor Attilio Ferla, che accompagnava una classe, di Piera Mazzone, Direttore della Biblioteca di Varallo, organizzatrice dell’incontro in collaborazione con l’Istituto Superiore D’Adda, il Centro Libri Punto d’Incontro e l’Istituto per la storia della Resistenza e della Società contemporanea, gli studenti hanno posto al Professor Pasquino domande ben articolate e dirette, alle quali sono state fornite risposte ampie e soddisfacenti. Sono stati analizzati i termini fascismo, totalitarismo, autoritarismo, è stato chiesto quale fosse stato il ruolo dei giovani nell’ascesa al potere del fascismo e Pasquino ha ricordato il difficile reinserimento dei reduci della prima Guerra Mondiale, l’insoddisfazione rispetto al trattamento che era stato riservato all’Italia, l’avvento del Futurismo con dinamiche che non vennero comprese dalla classe politica liberale, mentre il fascismo venne visto come qualcosa di dinamico, che poteva davvero cambiare la società, proiettato verso il futuro. Il ruolo della propaganda e soprattutto il culto della personalità che in Mussolini trovava il soggetto ideale, contribuirono all’avvento del fascismo che era persuasivo, ma non va dimenticato che tutti gli avversari vennero messi a tacere, Mussolini era un bravo oratore in grado di galvanizzare le folle, produsse una situazione di ordine, mentre la democrazia, che ha tra i suoi fondamenti la libertà individuale, da non confondere con l’arbitrio, genera sempre del “disordine”.

Il fascismo per molti anni non venne studiato a scuola e questo certo non giovò alla comprensione del Ventennio e della seconda Guerra Mondiale: Pasquino ha fatto molti riferimenti al franchismo, al regime di Salazar in Portogallo e naturalmente al nazismo di Hitler, ricordando che per la Germana tutto il progetto hitleriano era stato spiegato nel Mein Kampf un saggio autobiografico, pubblicato nel 1925, nel quale Adolf Hitler espose il suo pensiero politico e delineò il programma del Partito nazista.

Pasquino ha messo in guardia contro il pericolo dell’amnesia storica, sottolineando che il fascismo non può essere ridotto a una mera questione anagrafica, perché è un atteggiamento culturale, e soprattutto bisogna rifuggire dall’indifferenza: “Nel caso del fascismo la maggioranza non si è opposta, una minoranza l’ha voluto, una minoranza attiva l’ha combattuto”. Nel fascismo è insita una fortissima componente di nazionalismo, che si univa al richiamo del passato glorioso di Roma: per recuperare potenza l’unica strada percorribile era quella della guerra. E’ stato anche analizzato nella discussione il ruolo della donna durante il fascismo: “Il fascismo cristallizzò una situazione che c’era, bloccò le donne in ruoli: massaie rurali e procreatrici, perché l’idea della natalità è un’ossessione dei regimi autoritari, in cui conta il numero”. Provocatoriamente Pasquino si è chiesto come mai non ci sia mai stato un segretario donna nella DC o nel PCI, e altrettanto dialetticamente ha posto alla platea degli studenti la domanda relativa alla necessità o meno di uccidere Mussolini in quel modo.

La maggioranza degli studenti si è dichiarata contraria all’uccisione, ma, ha ricordato Pasquino: “Difficile giudicare oggi, dopo quasi ottantant’anni, una scelta che cadeva alla fine di un regime e di una guerra disastrosa, forse si sarebbero dovuti giudicare i gerarchi, che spesso furono uomini efferati e invece riuscirono quasi tutti a fuggire in Argentina: l’uccisione di Gentile invece fu un atto gratuito, che non produsse nulla di positivo. La defascistizzazione imperfetta, parziale e incompleta, lasciò traccia in un vulnus che presto sarebbe riaffiorato”.

Si è parlato anche della Costituzione, che oggi nelle scuole viene insegnata dagli insegnanti di diritto, mentre in realtà è un documento storico-politico plurale, che contiene l’indicazione di ciò che si può fare. Calamandrei disse che: “La Costituzione è presbite, guarda lontano” e ci sono ancora molte cose da fare per concretizzarla davvero. E’ stato ricordato che l’Italia non aveva mai avuto prima una Costituzione: dal 1848 era in vigore lo Statuto Albertino, quindi il compito dei Costituenti non fu facile e per scrivere una Costituzione democratica guardarono a quella francese: “La prima parte della Costituzione Italiana è profondamente innovativa, tanto da essere stata largamente ripresa nella Costituzione spagnola”. Pasquino ha esortato i giovani a interessarsi di politica, perché è l’unica strada per riuscire a cambiare le cose. Concetto ripreso da Enrico Pagano, che, citando la secessione dell’Aventino, ha commentato: “Non si fa opposizione ad un regime autoritario chiamandosi fuori, ma stando dentro al Parlamento, partecipando attivamente”. Al termine del dibattito sono intervenuti anche alcuni studenti del Liceo Ferrari di Borgosesia che si sono interrogati sul diffuso sentimento anti-politico serpeggiante e sul proliferare di nuovi autoritarismi: il Professor Pasquino ha rigettato con forza il concetto di “crisi della democrazia”, chiarendo che oggi in difficoltà sono i sistemi politici democratici.

L’incontro si è concluso con un lunghissimo e convinto applauso tributato dagli studenti al Professor Pasquino e certo la lettura del libro sul fascismo sarà utile per affrontare la Maturità, anche perché i vari temi sono spesso ripresi e sviluppati da saggio a saggio, dando modo di assimilare i contributi, ma soprattutto di avere punti di osservazione diversificati.

Piera Mazzone

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