Lunedì 11 agosto, nell’elegante teatro dell’Unione Alagnese, è stato presentato il nuovo libro di Aldo Lanfranchini: Argurdansi. Interviste e ricordi valsesiani. L’autore ha dialogato con Adolfo Pascariello che l’ha presentato come autore di numerose pubblicazioni.
Come nella canzone di Francesco De Gregori: “La storia siamo noi, siamo noi padri e figli…La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano”, i ricordi raccolti da Aldo, che Pascariello ha definito: “A chiamata”, evocati per scelta, per rivivere momenti particolari che possono anche aiutare ad andare avanti in un presente talvolta difficile. La parola “ricordo” etimologicamente significa portare nel cuore, condividerli con gli altri ha un effetto dirompente contro la solitudine. Citando Garcia Marquez Pascariello ha osservato che: “La vita non è quella vissuta, ma quella che si ricorda, per poterli raccontare i ricordi non vanno sprecati”. Il titolo: “Argurdansi” può essere inteso in due maniere: il gerundio del verbo ricordare, oppure il sostantivo che in italiano tradurre con ricordi sarebbe troppo debole, meglio quindi utilizzare: Ricordanze, lo stesso termine che diede il titolo alla celebre poesia leopardiana: Le ricordanze, scritta nel 1829: il poeta, tornato dopo qualche anno a Recanati (il "natio borgo selvaggio"), esplorava le memorie legate al suo passato.
“La mia forza, sin da ragazzo, è sempre stata quella di prendere nota di quello che mi raccontavano: dal nonno che mi conduceva con sé alla fornace di Bettole per caricare la calce, ai miei compagni di strada, ragazzini che abitavano a Borgosesia nella Cuntrà larga. Quando facevo parte del Consiglio Nazionale degli Alpini ebbi l’incarico di fare uno studio sugli Alpini che avevano combattuto nella seconda guerra mondiale e raccolsi trentaquattro testimonianze che formarono il libro Ciau pais. Per molti di loro fu la prima volta in cui si aprivano a raccontare”: Aldo Lanfranchini in questo nuovo libro condivide la memoria di alcuni valsesiani le cui vite non hanno i tratti dell’eccezionalità, ma proprio per questo sono uniche ed esemplari, diventando patrimonio della Comunità, frutto di interazione e condivisione. L’Autore ha commentato e sintetizzato ciascuna delle undici interviste a valsesiani che, in tempi diversi, si sono espressi in vari campi, dalla politica all’industria, all’agricoltura, al commercio, alla scienza. Le interviste più lontane, che risalgono al 2014, nacquero su sollecitazione di Emilio Stainer, “amico e Maestro” di Aldo, furono fatte al Teino, Antonio Ferraris e ad Aldo Ferla: “Il Teino era una persona geniale, un vero inventore, mentre Aldo era un cacciatore e aveva fatto la guerra della quale conservava ricordi anche dolorosi. Una persona veramente speciale è il mio amico Dante Vignoli, che a novantasei anni ha mantenuto una mente lucidissima: inventò il self service dei fiori a Milano, fatto conoscere andando nelle sale cinematografiche a reclamizzare questo servizio nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo”. Le interviste sono davvero interessanti e piene di sorprese: ci sono anche due voci femminili straordinarie, Alice Freschi, archeologa subacquea e Maria De Filippi di Rossa, donna di grande semplicità e umiltà, immobilizzata da una forma di displasia, che ha regalato pensieri di saggezza.
Al termine dell’incontro Aldo ha riservato alcuni minuti ai suoi ricordi borgosesiani, al padre che insegnava musica e che aveva fondato un’orchestra jazz.
Tra gli intervistati erano presenti ad Alagna Vittorio Bertolini, Sindaco di Carcoforo e Arduino Vettorello, imprenditore che si occupa di energia elettrica e di cultura, persona che fin dall’infanzia rivelò un carattere forte e deciso.
A questa prima presentazione ne seguiranno molte altre nei paesi di cui sono originari gli intervistati: sarà un modo per conoscere e condividere la storia delle nostre genti.