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ATTUALITÀ | 18 novembre 2025, 10:35

Gattinara, cresce la preoccupazione per una possibile vendita “a spezzatino” di Sanac

Gattinara, cresce la preoccupazione per una possibile vendita “a spezzatino” di Sanac

Gattinara, cresce la preoccupazione per una possibile vendita “a spezzatino” di Sanac

A Gattinara torna a salire la tensione attorno al futuro della Sanac. Dopo sei tentativi di cessione andati a vuoto, lo scenario che si profila per l’azienda – leader nazionale nel settore dei materiali refrattari – non lascia tranquilli lavoratori e sindacati. Le prime anticipazioni sul nuovo bando, atteso a breve, sembrano infatti aprire alla possibilità di una vendita separata dei quattro stabilimenti di Macchiareddu, Massa Carrara, Vado Ligure e Gattinara.

Un’ipotesi che, se confermata, segnerebbe una svolta profonda rispetto alla tradizionale visione unitaria dell’azienda.

Sindacati in allarme: “La forza di Sanac è l’integrazione dei suoi siti”

Le sigle territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil parlano chiaro: qualsiasi forma di “spacchettamento” della società è vista come un rischio. La preoccupazione è che una vendita separata faciliti l’interesse di nuovi investitori solo verso alcuni impianti, lasciando indietro gli altri e mettendo a repentaglio l’occupazione di circa trecento persone.

La contrarietà, ricordano i sindacati, non è nuova: l’azienda ha sempre trovato il suo equilibrio proprio nella complementarietà produttiva dei diversi stabilimenti. Per questo, in più regioni sono già partite le richieste di confronto con le amministrazioni locali, nel tentativo di capire quali margini di manovra restino aperti.

Un bando tutto da riscrivere

L’attenzione è tornata alta dopo l’ennesimo nulla di fatto registrato lo scorso giugno: l’offerta vincolante della Grossi Group, inizialmente vista come una possibile svolta, non è stata giudicata idonea dai commissari. Una decisione che ha riportato il percorso al punto di partenza.

«I commissari hanno comunicato al Ministero di non accettare l’offerta vincolante e predisporranno un nuovo bando», ha fatto sapere la Cisl. «Con l’ex Ilva anch’essa in vendita, occorre monitorare tutto il contesto industriale. L’unico spiraglio, per ora, resta proprio lì».

Gli stabilimenti restano operativi: segnali positivi da produzione e fatturato

Nonostante l’incertezza, la situazione produttiva appare solida. A Gattinara i reparti hanno ripreso a lavorare a pieno regime da ottobre, senza ricorrere alla cassa integrazione, e negli ultimi mesi non sono mancate anche alcune nuove assunzioni. L’unico reparto ancora fermo è quello basico, a causa di interventi sugli impianti di aspirazione.

L’andamento industriale mostra un miglioramento rispetto al passato: la cassa integrazione, che nel 2023 aveva interessato circa il 40 per cento dei lavoratori, a maggio 2024 era scesa al 10 per cento. Anche il fatturato atteso è in crescita, con una stima di chiudere l’anno intorno ai 50 milioni di euro, contro i 37 milioni dell’anno precedente. Positive inoltre le relazioni commerciali con l’ex Ilva, da sempre principale cliente.

Un’azienda solida, ma un futuro ancora incerto

Sanac, che a livello nazionale impiega oltre 260 addetti, si conferma dunque un’azienda con basi industriali solide e un peso strategico rilevante. Ma l’ipotesi di una vendita “a spezzatino” getta nuove ombre sul percorso dei prossimi mesi, costringendo i lavoratori ad attendere il nuovo bando per capire quale sarà il destino degli stabilimenti – e in particolare di quello gattinarese, cuore storico e occupazionale del territorio.

Redazione J.B.

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