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COSTUME E SOCIETÀ | 17 febbraio 2021, 09:52

La “Paniccia Solidale” unisce 15 comitati carnevale varallini

Una sottoscrizione per ricostruire la “Casa Sociale” di Morca

La “Paniccia Solidale” unisce 15 comitati carnevale varallini

Nell’anno senza Paniccia tutti i carnevali varallini si riuniscono per riempire simbolicamente un pentolone, non con il più tipico minestrone della tradizione, ma con un’iniziativa di solidarietà che ha l’obbiettivo di ricostruire la “Casa Sociale” di Morca travolta dall’alluvione dello scorso ottobre.

Si chiama “La Paniccia solidale” il progetto lanciato proprio nel giorno del Martedì grasso, la giornata che da centinaia di anni a Varallo identifica il momento della preparazione e distribuzione del piatto carnevalesco per eccellenza. A fare da capofila il Comitato Carnevale di Varallo, che ha coinvolto 15 comitati di rioni e frazioni varalline: Camasco, Cervarolo, Crevola, Dughi di Varallo Vecchio, Gerbidi, Locarno, Matai dal Rial, Morondo, Parone, Pianebelle, Quattro Rioni, Roccapietra, Sabbia, Valmaggia, Val Sabbiola.

Con il supporto e la collaborazione dell’amministrazione comunale è stato realizzato un video, diffuso proprio martedì 16 febbraio, che lancia la sottoscrizione di beneficenza con una metafora che gioca proprio sugli ingredienti della paniccia: nel video si vedono Marcantonio e la Cecca che attraversano il famoso ponte pensile di Morca seguiti dai rappresentanti di tutti i comitati rionali e frazionali. Appena giunti in territorio di Morca ecco ad accoglierli le maschere locali: la Civera e il Rasun a cui vengono consegnati i vari ingredienti della paniccia, che vanno poi a finire in una grande pentolone che bolle sul fuoco, proprio davanti alla “Casa Sociale” di Morca, parzialmente crollata durante l’alluvione dello scorso ottobre. Le maschere di Morca ricevono le verdure, la carne, la legna e infine, proprio dalle mani della Cecca il riso, ultimo componente della ricetta della paniccia.

Così come tutti gli ingredienti contribuiscono a creare la Paniccia, anche tutti i cuochi, i comitati, le maschere di rioni e frazioni di Varallo si uniscono per creare un pentolone pieno di solidarietà nei confronti di una frazione colpita da una disgrazia, e con l’obbiettivo di ricostruire proprio quei locali che sono il fulcro della vita associativa del paese, incluso il comitato che ogni anno organizza il carnevale.

Le maschere di Varallo attraversano il ponte di Morca“La Paniccia fin dalla notte dei tempi sprigiona un sapore solidale, diffonde uno spirito caritatevole e sazia qualsiasi cuore affamato di tradizione e di passione, e quest’anno questo significato lo portiamo avanti con la forza dell’unione e della fratellanza – racconta nel video il Marcantonio 2021, Gianni Nettis -. Quindici comitati, un solo pentolone, dove ognuno contribuisce come può, per preparare una paniccia di solidarietà che servirà a ricostruire l’edificio di Morca travolto dalla furia dell’alluvione del 2 ottobre 2020. L’augurio è quello di ritrovarsi di nuovo a Morca per ballare, suonare, cantare e vivere di nuovo quei valori che ci sono stati portati via dall’acqua, per respirare ancora tutti insieme l’aria pura del carnevale”.

La Casa sociale di Morca non è solo un edificio ma è l’associazione della frazione, che si occupa, come avviene in tutti i piccoli centri, delle varie iniziative che si susseguono durante l’anno. “Questo edificio fu costruito nel 1902 con i fondi raccolti dagli emigranti di Morca che lavoravano all’estero in Svizzera e Francia – racconta Piera Baladda, presidente dell’associazione della frazione -. A quel tempo tutti i frazionisti misero una quota per contribuire alla costruzione, quindi si può dire che questo edificio sia di tutti gli abitanti di Morca. Infatti, qui avevano sede la banda musicale di Morca-Valmaggia e nel salone al piano di sopra c’era anche un palcoscenico e venivano ospitate piccole recite teatrali, pranzi e cene per il carnevale e altre iniziative. Durante il fascismo diventò la casa del popolo, mentre più tardi veniva chiamata ‘la cooperativa’ ed era anche una rivendita di beni, fungendo da osteria del paese. Negli Anni ’80 del secolo scorso furono rifatti il tetto e i solai e da osteria divenne ristorante, rimanendo punto di riferimento dei frazionisti e sede di tutte le attività che vengono organizzate, compresa la paniccia. Grazie all’affitto del ristorante riusciamo a pagare le spese e le tasse dell’associazione, ma purtroppo dopo l’alluvione la casa è diventata inagibile e il gestore ha cessato l’attività”.

Comunicato stampa g. c.

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