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ATTUALITÀ | 20 agosto 2025, 06:50

Dall'Egitto alle risaie vercellesi, l'Ibis Sacro devasta il raccolto: "Verrà compromesso irrimediabilmente" FOTO

"Una minaccia per l'agricoltura e l'equilibrio naturale" la testimonianza di Lucia Pastormerlo, titolare dell'Azienda Agricola Catella.

Dall'Egitto alle risaie biellesi, l'Ibis Sacro devasta il raccolto: "Verrà compromesso irrimediabilmente"

Dall'Egitto alle risaie biellesi, l'Ibis Sacro devasta il raccolto: "Verrà compromesso irrimediabilmente"

"L'ibis sacro", uccello originario dell'Africa, introdotto in Europa decenni fa per scopi ornamentali, oggi in Piemonte è oggi classificato come specie aliena invasiva. Con particolare evidenza nella fascia fra Biellese e Vercellese, la popolazione di Ibis sacro è in forte espansione, provocando impatti ambientali rilevanti e danni crescenti all'agricoltura locale.

Lucia Pastormerlo, titolare dell'Azienda Agricola Catella, offre la sua testimonianza: "L'ibis sacro non mangia direttamente il riso, ma camminando in branchi compatti sulle giovani piantine, le schiaccia e le danneggia. Il riso è così allettato in tenera età, con la conseguenza che non potrà più essere trebbiato.

Ma il problema non finisce qui: le variazioni climatiche e gli inverni sempre più caldi, fanno sì che gli stormi di Ibis rimangano sul territorio anche nel periodo invernale: "Questo comporta un impatto negativo ulteriore sulle pratiche agricole come -per esempio- la sommersione invernale della risaia per migliorarne la fertilità del terreno e controllare le infestanti.

Ancor più minaccioso è l'attacco alla biodiversità locale: l'Ibis sacro è onnivoro, si nutre delle uova delle specie autoctone, di girini, rane, possiede grandi capacità di adattamento e presto, in assenza di predatori naturali in grado di contrastarlo, invaderà le risaie con conseguenze nefaste anche per il raccolto.

"Servono al più presto interventi incisivi ed efficaci, perchè quanto fatto sino ad ora non è necessario! In assenza di misure di contrasto sarà impossibile frenarne l'espansione, occorre contenere gli esemplari già presenti sul territorio, prima che diventino dei veri e propri invasori. Se ciò non dovesse accadere, l'equilibrio naturale della nostra pianura sarà compromesso irrimediabilmente..."

C.S. Azienda Agricola Catella, G. Ch.

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